I professionisti hanno scarsa dimestichezza con il Controllo di Gestione e, conseguentemente, con le attività di Reporting. In gran parte le nostre incertezze strategiche e decisionali dipendono proprio dalla mancanza di dati numerici a supporto, che siano affidabili ed organizzati. In questo articolo offriamo un approccio semplice al reporting direzionale e suggeriamo un percorso logico e graduale, ma utile fin dai primi passi.
Il Reporting è una delle attività (basata su report) che contribuiscono a comporre un processo più ampio ed articolato, noto come Controllo di Gestione.
Sul Controllo di Gestione di uno studio dentistico si potrebbero scrivere libri per centinaia di pagine. In effetti noi lo abbiamo fatto e se vuoi avere una panoramica completa della materia ti raccomandiamo di leggerlo (vd. Libro Economia e Controllo di Gestione).
Con questo contenuto, invece, ci proponiamo di spiegare cos’è il Reporting (anche detto Reporting aziendale o Reporting direzionale), di quali strumenti si serve, quali sono gli obiettivi del reporting e come si può declinare tale attività all’interno di uno studio dentistico.
I report che andremo a descrivere non sono né completi né perfetti, si può fare molto di più e molto meglio. Ma proprio qui sta il punto: il Controllo di gestione è un’attività che si aggiunge a moltissime altre nella conduzione di uno studio dentistico e, mediamente, un dentista non si può permettere di fare tutto al massimo livello possibile.
Letteralmente per Reporting si intende un processo di raccolta e coordinamento delle informazioni a consuntivo ovvero l’insieme di documenti (i reports) destinato a fornire informazioni di sintesi sull’andamento della gestione ad un soggetto responsabile di date risorse.
La raccolta e l’analisi dei reports risulta enormemente agevolata se si dispone di una dashboard deputata a questo scopo, una sorta di cruscotto direzionale che consenta di ricavare informazioni che, per quanto grezze, siano degli indicatori attendibili dell’equilibrio economico e finanziario dell’attività.
Premesso che le attività di reporting si possono rivolgere a qualsiasi ambito della nostra attività, per gli interessi specifici di uno studio dentistico possiamo circoscrivere l’interesse a due fronti tra loro intimamente legati: la produzione e la cassa che sono le principali determinanti dell’equilibrio economico finanziario dello studio.
Da una parte, quindi, la produzione reale, che produce ricavi in termini economici, dall’altra la capacità di trasformare ricavi potenziali in liquidità disponibile in una prospettiva di autosufficienza finanziaria.
La decisione di ricorrere a finanziamenti esterni, in uno studio sano, dipende da opportunità fiscali o di natura speculativa, non deve essere una necessità (fatti salvi i casi delle start up). Questo è il messaggio che deve passare.
Per fare tutto questo servono strumenti: un minimo di competenza e di applicazione, un software gestionale adeguato e flessibile, personale di supporto.
Ci piace pensare che in un futuro molto prossimo, grazie all’intelligenza artificiale, i report di cui parliamo verranno generati in modo automatico dai nostri gestionali e siano anche interpretati in funzione decisionale e strategica.
Nel frattempo, il personale del nostro staff potrebbe regolarmente generare questi report per noi e lasciarci solo la responsabilità di ricavarne informazioni utili. Tuttavia questa attività richiede un minimo di formazione per evitare che l’elaborazione dei report sia imprecisa o decisamente fuorviante, magari perchè realizzata su dati non corretti.
Abbiamo quindi delineato un percorso operativo di partenza dedicato a chi, per la prima volta, si dedica a questo tipo di attività. Lo scopo è quello di familiarizzare con l’argomento e favorire, nel prossimo futuro, competenze sufficienti ad elaborare protocolli ed ambiti di ricerca individuali e personalizzati sulle necessita del proprio studio.
Tre consigli prima di intraprendere questo breve percorso:
Due massime che ti faranno da guida:
Il numero di prime visite è il principale indicatore dello stato di salute del nostro studio. Rappresenta la capacità dello studio di attrarre nuovi pazienti nel pubblico di riferimento.
Tanto più appeal esercita il nostro brand nel mercato target tanto più costante e abbondante sarà il numero di nuovi pazienti che chiederanno di entrare in cura presso di noi.
Ai fini che qui ci proponiamo non è rilevante se le prime visite siano a pagamento o gratuite, quello che conta è scoprire se le strategie di marketing adottate (o semplicemente il caso, per chi non fa marketing), stiano producendo risultati oppure no. L’analisi dei report ti aiuterà a capire se è il caso di attivare strategie nuove.
Il tuo gestionale deve permetterti di eseguire dei report sulle prime visite e, a questo scopo, devi provvedere ad identificare queste prestazioni con una sigla o un codice che le renda riconoscibili tra tutte le altre.
Inoltre ti raccomando di tracciare sempre la provenienza delle prime visite, es: web, referrals, ads, passaparola, marketing diretto, ecc. La scheda anagrafica del paziente, quindi dovrebbe contenere informazioni complete anche in funzione del marketing.
E’ buona norma tenere separate le prestazioni diagnostiche dalle prime visite, ad esempio: piani di cura, radiografie, impronte, ecc. La promiscuità tra prestazioni, infatti, genera report “sporchi” sia per volumi di prestazioni sia per valore economico delle stesse.
Il report delle prime visite dovrebbe consentirti di analizzare almeno questi dati:
In grassetto ho evidenziato i report irrinunciabili per qualsiasi studio. Gli altri due potrebbero essere indicati negli studi di dimensioni maggiori e/o fortemente orientati al marketing.
Ti consiglio di cominciare con le seguenti operazioni:
Il numero dei report che puoi fare è praticamente infinito. Ma il tuo lavoro non è generare report, sono i report che devono lavorare per te. Se sei all’inizio scegline al massimo 2 o 3 e controllali periodicamente (non tutti i giorni!). Questa raccomandazione vale anche per gli step successivi.
Se desideri ulteriore formazione su questo argomento, per te o per il tuo staff, puoi partecipare ai prossimi corsi di: - Economia e Controllo di Gestione - Management Odontoiatrico Segui i link per iscriverti Online.
L’agenda è l’interfaccia strumentale tra prime visite e produzione successiva. La gestione delle agende permette di raccogliere informazioni importanti sia sotto il profilo dei costi che sotto il profilo dei ricavi (o produzione).
Una agenda ordinata, logica e sempre aggiornata permette di ridurre l’incidenza dei costi (fissi e variabili) sulle prestazioni seguite. Per esempio il contenimento dei drop out permette di abbattere il costo orario di una prestazione. Lo stesso accade quando il tempo per ciascuna prestazione da eseguire è calibrato correttamente senza eccessi. Di contro, tempi insufficienti farebbero lievitare i costi variabili legati all’impossibilità di terminare la prestazione in una sola seduta.
Un altro indicatore di rilievo è rappresentato dal dato sulla saturazione complessiva delle agende rispetto agli orari di apertura. Pur sapendo che è fisiologico (ed anzi auspicabile) un minimo margine di insaturazione delle poltrone, quando questa raggiunge livelli troppo elevati significa almeno tre cose:
Ci concentriamo su questo punto.
Il gestionale ci consente di elaborare report sul grado di saturazione della agende nel loro insieme o singolarmente. Perché le informazioni siano corrette ed utili è necessario aver impostato correttamente il calendario delle aperture annuali, dei giorni di apertura settimanali e degli orari di apertura giornalieri.
Salvo casi particolari, è difficile che uno studio dentistico privato sia aperto h24 e 7 giorni su 7. Quello che conta è conoscere il grado di saturazione delle agende o delle poltrone rispetto alle aperture pianificate ed il grado di saturazione delle aperture pianificate rispetto al totale delle ore o dei giorni disponibili in un anno solare. In questo modo possiamo agire di conseguenza secondo necessità.
I principali report sulle agende sono i seguenti:
I primi due report sono certamente i più importanti perché danno una idea abbastanza precisa dell’efficienza della struttura e dell’organizzazione ed aiutano a capire se ci troviamo in presenza di sottodimensionamento o sovradimensionamento.
Svolgi le seguenti attività nell’ordine indicato:
Un principio importante: le agende dovrebbero essere sempre orientate alle poltrone e non all’operatore, perché l’interesse economico da tutelare è quello dello studio, non quello del dentista. Quindi se uno studio ha tre poltrone, quattro dentisti e un igienista, dovrebbe avere 3 agende e non 5. In termini di controllo di gestione è molto più funzionale.
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Il preventivo, a differenza della prima visita, misura il valore economico dei pazienti che si rivolgono al nostro studio e ci consente di stimare anche la nostra capacità di conversione.
Chiunque si rende conto che effettuare 100 prime visite per generare solo sedute di igiene orale è diverso che eseguire lo stesso numero di prime visite finalizzate all’ortodonzia o all’implantologia.
E’ altrettanto intuitivo che eseguire 100 o 1.000 prime visite per protesi fissa su impianti è perfettamente inutile se poi i pazienti non accettano il preventivo proposto, qualunque sia la ragione. La capacità di “chiudere” e quindi far accettare un preventivo al paziente si misura facilmente calcolando il cosiddetto Tasso di conversione dei preventivi.
Il gestionale deve dunque consentirti di elaborare dei report focalizzati sui preventivi. Perché questo sia possibile è necessario che tu provveda a registrare correttamente i dati relativi ai preventivi attribuendo loro delle specifiche, come ad esempio, se sono stati accettati oppure no, la data di emissione, gli importi, l’operatore che lo ha presentato, il dettaglio delle prestazioni con i relativi valori economici.
Ricordati la regola d’oro che abbiamo enunciato all’inizio: registra tutte le informazioni possibili anche se al momento ti sembrano inutili. Non puoi sapere ora che in futuro di serviranno, ma soprattutto, se qualcuno ha messo dei campi compilabili sul tuo gestionale, lo ha fatto solo perché lo sa già che sono importanti.
I report fondamentali sui preventivi riguardano sia il loro numero (volume) sia il loro valore economico:
In grassetto ho evidenziato i report irrinunciabili per qualsiasi studio. Gli altri due potrebbero essere indicati negli studi di dimensioni maggiori oppure negli studi che hanno formalizzato il processo di somministrazione ed accettazione del preventivo con una figura specificamente dedicata (clinic manager?).
Ti consiglio di cominciare con le seguenti attività:
A differenza delle prime visite, l’accettazione di un preventivo non riguarda solo i processi di marketing ma anche quelli organizzativi. Molti pazienti si perdono semplicemente perché il management dello studio è scarso (gestione delle agende, richiami, comunicazione interna, ecc.). Migliora i processi continuamente e fai in modo che vengano applicati.
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L’analisi dei dati sulla produzione è certamente la più critica nel definire lo stato di salute di uno studio dentistico. Se la produzione è soddisfacente, in linea teorica, potremmo anche disinteressarci dei motivi (molti studi vanno bene ma non sanno perché). In aggiunta, se la produzione è alta tutti i problemi successivi sono risolvibili, semplicemente utilizzando i report che andremo a vedere in seguito.
I dati di produzione si riferiscono ai volumi ed ai valori delle prestazioni effettivamente eseguite. Nel linguaggio tecnico la produzione è sovrapponibile ai ricavi, anche se si tratta, in realtà, solo di ricavi potenziali.
L’insieme delle prestazioni eseguite, necessariamente eterogeneo e variabile nel tempo, viene comunemente definito Mix di Produzione.
Il gestionale deve essere in grado di elaborare sia i dati aggregati che quelli disaggregati della produzione, quindi: volumi e valori di tutta la produzione nell’unità di tempo desiderata, ma anche volumi e valori per ogni branca e per ogni singola prestazione. In sostanza, operando per competenza, i dati della produzione coincidono con i ricavi
Per fare questo è indispensabile che il tuo studio sia ordinato ed abbia provveduto in modo impeccabile a costruire il Nomenclatore Tariffario del tuo studio. Se non lo hai ancora fatto ti consigliamo di seguire i video corsi di economia che sono presenti nella nostra Academy e, solo dopo, ritornare qui. Se lo hai già fatto, invece, il tuo gestionale sarà in grado di distinguere la tariffa di listino, per esempio, dalla tariffa scontata eventualmente concessa al paziente.
Anche in questo caso i report sono potenzialmente infiniti e devi avere la capacità di focalizzarti sulle cose importanti. Per esempio puoi partire da qui:
Anche in questo caso ho evidenziato in grassetto i report fondamentali riservando gli altri a particolari necessità.
Procedi sempre in modo graduale e disaggrega i dati solo se e quando l’informazione aggregata non è sufficiente a darti le informazioni che cerchi:
Lavora pure per obiettivi, se lo desideri, ma ricordati che nessun obiettivo di produzione può essere inferiore al punto di pareggio. Quello che ti puoi concedere, con tutta discrezionalità, sono solo gli obiettivi più ambiziosi del Break Even Point.
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Tutta la fatica che hai fatto fino ad ora nel controllo di gestione, ma anche la fatica che fai come professionista, non serve a nulla se non produce incassi. Solo gli incassi, infatti, ti consentono di pagare i costi dei fornitori, dei dipendenti e delle tasse. I ricavi potenziali (produzione) ci interessano fino ad un certo punto.
Noi viviamo nel mondo reale. Non ci consola sapere che i ricavi potenziali della produzione sarebbero sufficienti a coprire i costi. Dobbiamo fare in modo che i ricavi diventino incassi e che incassi e produzione siano perfettamente coincidenti, almeno entro un periodo ragionevole di tempo (per esempio la data di chiusura dell’esercizio).
Lo scopo del controllo di gestione è quello di garantire l’equilibrio economico e finanziario del nostro studio. Perciò il gestionale deve generare report sia con il criterio di cassa che con quello di competenza (indipendentemente dal fatto che gestiamo lo studio come professionisti o come imprese).
Ogni volta che rileviamo uno scostamento tra cassa e competenza (ovvero tra incassi e produzione) dobbiamo intervenire tempestivamente per allinearli: quanto più possibile e nel minore tempo possibile. Questo ci consentirà di non dover ricorrere a finanziamenti esterni o interni, con maggiore aggravamento di costi.
Questi report sono sovrapponibili a quelli sulla produzione, per esempio:
Come al solito ti raccomando di iniziare dai report in grassetto, riserva gli altri ad analisi più approfondite, se serve e nel tempo che avanza.
Prima di complicarti troppo la vita, ti consiglio di adottare questa strategia (non è affatto completa, ma aiuta parecchio):
Quando operi sui report degli incassi ricevi informazioni che non hanno a che fare con il marketing e neppure con la gestione clinica del paziente.
Se necessario, devi intervenire sui processi amministrativi e questo dipende solo da te. Qui si vede la differenza tra un dentista e un dentist manager.
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La fatturazione delle prestazioni eseguite è lo strumento più potente a nostra disposizione per trasformare la produzione in incassi e, quindi, per allineare cassa e competenza.
Ecco perché inserisco anche queste attività nel workflow generale del controllo di gestione. In questa prospettiva i report sulla fatturazione si allontanano dall’ambito di interesse fiscale cui normalmente sono confinati, per assumere una valenza manageriale importante.
L’utilità di questi report dovrebbe esser sufficiente a sterilizzare la naturale antipatia dei professionisti verso la fattura.
Il gestionale deve essere in grado di impiegare l’attività di fatturazione come parametro di riferimento gestionale cui rapportare sia la produzione (o ricavi) sia gli incassi. A seconda dell’assetto organizzativo dello studio, la fatturazione di una prestazione può collocarsi in un punto qualsiasi del workflow: prima, dopo o in mezzo.
In questo contesto abbiamo preferito inserire la fatturazione dopo le due attività precedenti, ma sotto un profilo di convenienza (organizzativa, contabile e fiscale) la nostra raccomandazione è quella di inserirla per prima, secondo uno schema logico operativo che dopo l’accettazione del preventivo, preveda, in ordine temporale: fatturazione, incasso, produzione. In questo senso il gestionale ci deve assistere prevedendo ad esempio: la cosiddetta fatturazione anticipata, il pagamento per acconti sulla stessa fattura, l’invio al sistema TS con criteri di cassa, ecc.
La reportistica relativa alla fatturazione è relativamente semplice:
A prescindere dalle note implicazioni fiscali, nell’interesse dei nostri studi e del loro equilibrio economico finanziario, sia per cassa che per competenza, nessuno scostamento dovrebbe mai essere tollerato. In altre parole il rapporto tra gli indicatori di ciascuno dei tre report indicati dovrebbe essere superiore all’unità per i primi due e almeno uguale a 1 per il terzo.
Esegui, in ordine di rischio decrescente, i seguenti report e assumi i provvedimenti del caso:
Tutte le aziende di tutto il mondo adottano il modello della fatturazione anticipata: tranne i professionisti, che si perdono così la più grande opportunità per invertire il cash flow dello studio.
In considerazione del fatto che la fattura non è rilevante nella determinazione del reddito imponibile (né in regime di cassa, né in regime di competenza) e considerato che le nostre prestazioni sono esenti da Iva ex art. 10, non esiste alcuna buona ragione per non farlo.
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Il guadagno è ciò che resta nelle nostre mani prima di pagare le imposte. Privilegiando la prospettiva della cassa si calcola sottraendo le spese agli incassi. Secondo una logica di competenza, invece, si ottiene dalla differenza tra ricavi e costi.
La prima delle due è particolarmente familiare ai dentisti e, soprattutto, è molto più importante in ambito gestionale. Faremo riferimento solo a quella per semplicità. La presenza di un cassa sana e positiva scongiura la necessità di dover ricorrere a strumenti finanziari per sostenere lo studio dentistico, creando le condizioni affinché operi in autosufficienza.
Gestendo i flussi di cassa storici e quelli attesi (sia in entrata che in uscita) il gestionale ci consente sia di ricavare informazioni puntuali sull’andamento economico e finanziario della nostra attività, sia di fare previsioni future attendibili.
Per la prima volta, parlando di guadagno, dobbiamo dunque entrare nel merito dei costi. Il gestionale dovrebbe aiutarci a dividere anche i costi (oltre che i ricavi) in conti e sottoconti, distinguendo quelli fissi da quelli variabili, per permetterci di disaggregare i dati dei nostri report laddove registrassimo valori di guadagno inattesi e inferiori alle previsioni.
Ricordiamo che il lavoro di pianificazione dei costi deve essere già stato fatto nella profilazione economica delle prestazioni contenute nel Nomenclatore tariffario.
I report sul guadagno sono ampiamente influenzati sia dalla nostra capacità di produrre e di incassare, sia dalla capacità di mantenere in equilibrio il rapporto tra ricavi e costi, dando per scontato che questo debba essere sempre superiore a 1, dopo aver pagato tuti i fattori di produzione. Alcuni esempi di report:
In grassetto ho messo, come sempre, due report che non puoi assolutamente ignorare.
Esegui i seguenti report e adotta i provvedimenti del caso:
In una logica pura di controllo di gestione la variabile imposte e tasse non deve mai essere considerata. Lo scopo del controllo di gestione è solo quello di aiutare l’attività di studio o di impresa a generare condizioni economico finanziare di autosufficienza. La pianificazione fiscale, per quanto importante, è tutta un’altra partita.
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