AVVISO: QUESTO ARTICOLO NON CONTIENE ALCUNA PUBBLICITA’, QUINDI NON PUO’ CONTENERE ALCUNA PUBBLICITA’ INGANNEVOLE Oggi in questo Paese succedono cose incredibili. Per esempio è possibile essere […]
AVVISO: QUESTO ARTICOLO NON CONTIENE ALCUNA PUBBLICITA’, QUINDI NON PUO’ CONTENERE ALCUNA PUBBLICITA’ INGANNEVOLE
Oggi in questo Paese succedono cose incredibili. Per esempio è possibile essere titolari di attività odontoiatrica senza essere un dentista. Ma puoi essere anche titolare di una attività cardiologica senza essere un cardiologo. Ora la legge permette anche a chi non è odontoiatra o cardiologo di vedere il proprio nome e cognome comparire a pieno diritto negli albi professionali corrispondenti. Basta fare una ricerca sul sito della Fnomceo per rendersene conto, a questo indirizzo.
Se leggi le poche righe che seguono ti spiego come e perchè questo sia accaduto. E’ molto semplice e perfettamente legale.
Sul sito della Fnomceo oggi compaiono serenamente mischiati laureati in odontoiatria, laureati in medicina e chirurgia, ma anche laureati in economia e commercio o avvocati o ragionieri o puri imprenditori che abbiano semplicemente deciso di intraprendere una attività sanitaria per il tramite di una società di persone o di capitali.
In poche parole: non serve più studiare per essere iscritti all’Ordine dei Medici e all’Albo degli Odontoiatri, basta fare una società con i requisiti della stp previsti dalla legge.
Qualcuno deve aver pensato che sia inutile dedicare lunghi anni allo studio quando possono essere impiegati in modo più divertente nello sport, nei viaggi o nella vita di relazione. Quanti hobbies si possono coltivare nei sei anni che si risparmiano dalla facoltà di odontoiatria? Come si possono investire tutti i soldi che si dovrebbero spendere per mantenersi agli studi?
Beh, è molto semplice: prende appuntamento da un notaio, spende mille o duemila euro e costituisce una società. Ora, poniamo che l’Odontotecnico o il Geometra si chiamino Mario Rossi. La società potrebbe chiamarsi Mario Rossi srl, oppure Mario Rossi Odontotecnico snc, oppure anche solo l’Odontotecnico e Geometra sas.
Quindi si presenta all’Ordine dei Medici della zona dove la sua società eserciterà la professione di Odontoiatra e chiederà l’iscrizione all’Albo degli Odontoiatri.
Attenzione: ho scritto “eserciterà la professione” perchè la sua iscrizione avviene ad un Albo Professionale, ma avrei anche potuto scrivere “svolgerà l’attività di impresa” dal momento che la stessa ragione sociale sarà anche iscritta alla camera di commercio. E’ così che impresa e professione diventano la stessa cosa: la persona fisica che incarna l’una incarna anche l’altra ed è riconosciuta (certificata) sia da chi censisce le imprese sia da chi filtra i professionisti.
Tutto questo è peraltro stato sancito chiaramente anche dal DDL Concorrenza emanato nel 2017 dove si legge testualmente all’Art. 1, comma 153:
L’esercizio dell’attività odontoiatrica è altresì consentito alle società operanti nel settore odontoiatrico.
Vale per qualsiasi società che sia stata costituita presso il notaio con le regole previste per le cosiddette Società tra professionisti, ovvero le Stp. Il limite principale delle Stp è che nella compagine sociale devono essere presenti anche dei dentisti; magari gli stessi dentisti che l’odontotecnico ha messo a contratto nel proprio studio e che quindi economicamente dipendono da lui. Il vero vantaggio è che pur chiamandosi Società tra Professionisti possono farne parte anche persone fisiche che non possiedono alcun titolo di studio (socio di capitale), così come possono partecipare alla società anche professionisti di altri settori (avvocati, commercialisti, architetti, tecnici di radiologia, infermieri, medici, ecc).
No, non può farlo. Sulla materia sono intervenuti ampiamente il legislatore, l’antitrust e perfino i giudici. La conseguenza è che sono state costituite delle sezioni apposite presso gli Ordini provinciali per accogliere le iscrizioni delle società, anche le srl, ovvero quelle che un tempo si chiamavano “società anonime”.
Certo. Questa cosa è anche facile da verificare, visto che gli elenchi degli iscritti all’Ordine sono resi pubblici attraverso un servizio web. E’ sufficiente recarsi sul sito della Fnomceo per identificare immediatamente la funzione ricerca anagrafica (che si riferisce ai medici o dentisti come persone fisiche) e la funzione società tra professionisti (che si riferisce invece a coloro che si sono iscritti in forma societaria). Utilizzando questa seconda modalità di ricerca si possono reperire le Stp attualmente iscritte nelle varie provincie. Sono ancora pochissime, ma ci sono.
L’esecuzione manuale delle prestazioni rimane in capo ad un dentista vero, cioè ad un professionista che si è laureato, abilitato e poi iscritto all’Albo come persona fisica. Ma quanto incide oggi l’esecuzione manuale di una prestazione? Molto in termini di qualità della prestazione stessa, ma pochissimo in termini di relazione. Il paziente oggi fatica a riconoscere il titolare del rapporto medico paziente: grossi studi odontoiatrici delegano spesso le prestazioni ai collaboratori; i franchising e le catene hanno schiere di odontoiatri che impiegano come semplici prestatori d’opera; perfino i piccoli studi sono soliti delegare prestazioni super specialistiche ai cosiddetti consulenti esperti: ortodontista, chirurgo orale, implantologo, ecc.
Indipendentemente dalla forma giuridica con la quale lo studio opera (studio semplice, studio associato o società), molto spesso il rapporto medico paziente, il primo contatto, non è instaurato dalla persona fisica che eseguirà successivamente le prestazioni. Ma la cosa più importante è che la logica con cui vengono definite le scelte terapeutiche, le priorità con cui vengono eseguite, le politiche di costo, di organizzazione e, in definitiva, di qualità globale discendono proprio dalla titolarità di tale rapporto.
Sul punto, peraltro, è intervenuto sempre il legislatore. Il Decreto Gelli Bianco del 2017, infatti, sancisce esplicitamente che nel caso di uno struttura sanitaria, il contratto d’opera professionale si instaura tra il paziente e la struttura stessa e non con il professionista che esegue materialmente la prestazione.
Indipendentemente dal fatto che la compagine sociale debba prevedere la maggioranza di 2\3 dei professionisti rispetto ai soci di capitale, la legge consente che l’amministratore unico della società Stp sia un odontotecnico (o anche un socio di capitale senza titolo), anche a tempo indeterminato. Questo di fatto consente che il potere assoluto nella conduzione dello studio sia in capo ad una persona fisica estranea all’odontoiatria.
In questi contesti, non bisogna pertanto sorprendersi se un paziente con quadro clinico border-line sia indirizzato più o meno facilmente verso una Toronto Bridge piuttosto che verso una terapia parodontale conservativa, a seconda delle dinamiche economiche e delle strategiche dettate dall’amministratore, piuttosto che da variabili cliniche o scientifiche.
Non bisogna sorprendersi neppure se le ragioni di permanenza di un dentista (quello vero) all’interno di uno studio dipendano anche dalle valutazioni sulle sue performance economiche nel tempo e quindi dalle scelte terapeutiche effettuate. Potrà essere facilmente allontanato anche solo per ragioni economiche.
Non c’è da stupirsi se il consenso informato al trattamento è orientato principalmente da coloro che intrattengono la vera relazione con il paziente, quelli che detengono il potere di parlare con lui e di gestirne il percorso all’interno dello studio.
Qualcuno pensa che sia ancora così importante chi effettivamente esegue manualmente la prestazione? Dal punto di vista del paziente no, non è così importante. Le scelte più importanti sono già state fatte prima e lui non lo sa.
Non sono pessimista circa lo scenario futuro, né potrebbe essere diversamente data la mia formazione liberista. Il mercato come sempre farà il proprio corso e determinerà la sopravvivenza del più adatto al contesto del momento. Chi saprà offrire al paziente ciò che nel lungo periodo tutelerà meglio i suoi desideri ed i suoi interessi (salute compresa) sarà ancora qui tra venti o trent’anni. Gli altri no.
La questione non è se gli odontotecnici possano aprire uno studio dentistico e stipendiare i dentisti che lavoreranno per loro. E’ una domanda oziosa: possono e già lo fanno. Le domande giuste sono altre: non sarà forse che i dentisti hanno trascurato di sviluppare competenze che gli permettano di competere allo stesso livello? Possibile che i dentisti si siano fatti battere sul proprio terreno dilapidando un vantaggio competitivo enorme nei confronti di imprenditori puri che aprono studi dentistici? Possibile che abbiano trascurato di coltivare il rapporto con il paziente in un senso più moderno e funzionale rispetto alla paternalistica presunzione di essere depositari del sapere medico e che questo sia sufficiente per condurre uno studio?
In uno scenario futuro non troppo lontano i player vincenti sul mercato odontoiatrico saranno quelli che, a parità di qualità della prestazione, avranno maggiori competenze nell’economia e nel marketing. Poco importa chi, all’interno di una compagine sociale o di uno studio tradizionale, fornirà la prima (qualità) o le seconde (management). E poco utile, o francamente stucchevole, considero la lotta faziosa e storica tra odontoiatri e tecnici sui limiti delle rispettive competenze e capacità. Qui si tratta di costruire nuove forme di aggregazione tra professionisti orientati al bene del paziente ed alla sopravvivenza economica e finanziaria dei loro studi: studi fatti di sapere clinico ma anche di tecnologia, di marketing, di organizzazione e di economia e al netto di ogni forma più o meno franca di abusivismo (che rimane intollerabile).
Non lasciamo che siano le banche a fare i dentisti per noi, o i fondi, o le assicurazioni, o, peggio ancora la grande distribuzione che, forte della conoscenza del settore, con i nostri soldi, allestisce circuiti di studi dentistici alle nostre spalle o sopra le nostre teste. Questo sì, sarebbe uno scenario negativo …
Viviamo la Stp come una opportunità da cogliere, non solo come la minaccia che ci hanno costruito intorno per cancellare le professioni ed i professionisti.
In un contesto così confuso dove è difficile distinguere il dentista vero da quello fasullo, in un mondo professionale piagato da decenni dall’abusivismo selvaggio, in un mercato professionale aggredito dalla competizione dei gruppi economici, chi pagherà il conto più salato?
Ovviamente il conto lo pagheranno i consumatori cui rimaneva solo il sito della Fnomceo per discriminare tra laureati in odontoiatria e NON laureati, tra legittimo ed abusivo. Fino a ieri era lo Stato a fare da garante per tutti i cittadini che volevano essere sicuri del titolo e della preparazione di chi era iscritto ad un Albo professionale.
Ora i pazienti, cittadini, consumatori dovranno arrangiarsi e sperare …
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11 Commenti
Quando mi sono laureato volevo (e lo voglio ancora) curare le persone e non vender loro qualcosa. Gli aspetti dell’odontoiatria che oggi vengono esaltati invece sono quelli tipici dei commercianti o degli imprenditori, senza voler sminuire queste categorie. Nonostante gli anni siano passati, io non voglio fare “il venditore” di denti né “l’operaio” dei denti; voglio assumermi le mie responsabilità ed agire, come si diceva anni fa, in scienza e coscienza.
Se la società deciderà di cambiare direzione, sarà meglio informare le nuove generazioni di dentisti del fatto che saranno spesso obbligati a essere esecutori materiali di direttive altrui mentre resteranno titolari esclusivi della responsabilità di quello che faranno, il che, secondo me, è diverso dalla libera professione.
Personalmente mi sto obbligando a muovere qualche timido passo nel campo del “marketing odontoiatrico” ma è come fare una gara di velocità tra una Ferrari ed un lampione: non c’è confronto!
Ciao Paolo, provo a darti un po’ di conforto, se possibile. La tua prospettiva è sana e tradisce una mission precisa, classica direi, nel senso più tradizionale della professione medica. Molto bene. Allora potrai constatare come la gara che stai correndo sia una gara particolare diversa da quelli che ti suscitano disprezzo. Loro hanno un campo di gara preciso, con obiettivi precisi ed un pubblico ben definito. Tu corri in un altro campo, con un pubblico diverso e dove il target è quasi opposto. Le gare, anche quelle vere, si corrono sempre per categorie omogenee: nel pugilato come in formula uno. Lo stesso è nel marketing. La tua competizione non è con la Ferrari, ma con gli altri lampioni. E questi sono fermi: è facile batterli, basta un piccolo scarto di velocità differenziale e hai vinto. In un mondo di lampioni anche la tartaruga è un razzo. Un abbraccio di cuore da un lampione come te.
Sono anni che cerco di instaurare un rapporto con un collega per condividere il mio studio (“purtroppo” ce l’ho, che devo fare?), ma il nostro individualismo ci porta quasi sempre a creare strutture singole, costi quel che costi. Il nostro ego sta per essere schiacciato da queste nuove realtà, speriamo di rendercene conto per tempo!
Dai spazio ad un collega giovane. Loro capiscono meglio il valore di quello che gli offri perchè non hanno niente e hanno anche poche speranze di farcela da soli. I giovani sono preparati, hanno entusiasmo e non sono ancora stati rovinati dal sistema.
C’ è un aspetto che tutta questo ordinamento non risolve. E’ quello della responsabilità professionale. Chi percepisce il compenso della prestazione professionale, deve essere in grado di assumersi la responsabilità professionale ! Perciò, chi non è odontoiatra, non può associarsi agli stessi, ed essere irresponsabile.
è stato definito tutto anche in termini di responsabilità: la responsabilità contrattuale ricade sulla persona fisica che ha eseguito la prestazione, quella extracontrattuale su tutta la struttura. Fatto salvo che in sede civile la struttura risponderà in solido con la persona fisica. Inoltre la stp è soggetta anche al controllo dell’Ordine con relative sanzioni (sospensione, radiazione, ecc). Nella teoria funziona tutto … ma non c’è ancora giurisprudenza, visto che è roba recente. Ma non credo che tarderanno ad arrivare le prime sentenze.
Siamo proprio messi bene.
Continuiamo così.
Ma perché negli altri settori tutto ciò non succede?
Avete sentito parlare di Avvocaticoop,
Ingegnersmile, Vitalnotai, Amicofarmacista.
NO.
MI AUGURO CHE SUCCEDA! !!!!!
SONO UN MEDICO DENTISTA CHE, COME MIGLIAIA DI MIEI COLLEGHI, SI SENTE ASSEDIATO DA QUESTO SCHIFO!!!!!!!
Che ci sia stata per decenni la volontà politica e mediatica di far fuori i dentisti è evidente, lo sanno tutti. Questo non significa nè che siamo scomparsi nè che quello che è stato fatto non possa essere anche sfruttato a nostro vantaggio. Ma bisogna muoversi …