Chi sono i soci di una SRL odontoiatrica? Sono dentisti? Sono imprenditori dentisti? Sono solo imprenditori? Gli odontotecnici, i familiari, o la gente comune può costituire […]
Chi sono i soci di una SRL odontoiatrica? Sono dentisti? Sono imprenditori dentisti? Sono solo imprenditori?
Gli odontotecnici, i familiari, o la gente comune può costituire una SRL odontoiatrica?
Con questo articolo diamo una risposta ad alcune domande che in questo periodo sono particolarmente calde, visti gli emendamenti al Ddl Concorrenza in corso di esame al Parlamento.
La questione “soci” di una srl odontoiatrica è intimamente legata alla questione “oggetto sociale” di cui ho parlato nell’articolo precedente. In sostanza l’apparente conflitto tra Professione e Impresa è stato ampiamente risolto mediante l’utilizzo di un oggetto sociale (società di servizi) o addirittura una ragione sociale (la STP) idonei a sdoganare il concetto che la professione possa essere svolta anche in modo impersonale e “sostanzialmente” anonimo.
Detto questo, passiamo ad esaminare cosa prevede la normativa corrente in materia di soci. Secondo la legge del nostro Paese tutti gli individui che siano maggiorenni, non siano interdetti e godano dei diritti civili hanno il diritto di costituirsi in società con altri o anche da soli. Questo significa che la costituzione di una Srl Ordinaria è alla portata di chiunque indipendentemente dal titolo di studio posseduto. Proviamo a fare un elenco delle situazioni che si possono verificare:
Le situazioni descritte riassumono tutti gli scenari possibili e si va da situazioni estreme, come la 1 o la 2, nelle quali il professionista o i professionisti costituiscono il 100% del capitale sociale a situazioni estreme e opposte, come la 5 o la 6, nelle quali sono uno o più soggetti non professionisti a detenere il 100% del capitale sociale.
La distribuzione del capitale sociale non è un elemento indifferente ai fini dell’attività che la Srl andrà a svolgere nel corso del suo esercizio, che come sappiamo sarà una attività odontoiatrica vera e propria come quella che ogni dentista svolge abitualmente nel proprio studio professionale.
Infatti la gestione operativa di una Srl è per legge affidata ad un organo amministrativo (amministratore unico o delegato, consiglio di amministrazione). Ma la nomina di questo organo amministrativo dipende dalle maggioranze espresse nell’assemblea dei soci.
E’ del tutto evidente che una maggioranza di soci dentisti, all’interno di una società, esprime indirizzi di attività e politiche economiche e di qualità che sono affini alle persone che li generano. Poichè queste persone saranno in maggioranza vincolate da principi etici comuni è molto probabile che i dettami espressi dal codice deontologico professionale non vengano mai superati.
Al contrario, laddove la maggioranza dei soci sia costituita da soggetti non professionisti, questi non sono eticamente vincolati ad un codice deontologico, ma sono (giustamente) orientati a logiche di profitto, all’interno delle quali il criterio della qualità delle prestazioni trova luogo solo in termini strategici (se del caso) e di marketing (quasi sempre).
Sono consapevole che generalizzando si corre sempre il rischio di fare torto a qualcuno o di essere tacciati di superficialità, ma lo schema di pensiero ora esposto deve essere stato alla base dei ragionamenti di chi ha proposto gli emendamenti al Ddl concorrenza, quindi è probabile che il ragionamento sia condiviso anche da altri. Anche perchè non abbiamo ancora analizzato chi possano essere questi soggetti non dentisti che partecipano ad una Srl odontoiatrica anche in via maggioritaria o addirittura esclusiva.
Vediamo i casi più frequenti in modo da poterne trarre indicazioni utili sia in termini di minacce per la professione in generale, sia in termini di opportunità da cogliere per il dentista comune. Tra i soci di una srl ordinaria a capitale misto, oltre al dentista, possiamo infatti trovare:
In conclusione, spero sia chiaro al dentista comune che ha letto questo articolo, che la Srl ordinaria non è né buona né cattiva in se stessa, né bella né brutta, né vantaggiosa né pericolosa. E’ semplicemente uno strumento disponibile sul terreno della legge corrente: a seconda di chi lo coglie si presta a tutti gli usi possibili.
Mi dispiace solo constatare come, solitamente, sono i più spregiudicati ad approfittarne per scopi diversi da quelli che noi dentisti potremmo perseguire se ne facessimo un uso altrettanto efficiente e consapevole.
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