Il dentista digitale è una evoluzione della specie odontoiatrica. Ha fatto i suoi primi passi in area extraclinica negli anni ’90. Nel primo decennio del nuovo millennio compaiono i primi workflow digitali in ambito clinico, ma bisognava superare le censure in ordine alla qualità avanzate dalla stessa comunità professionale. Ora quasi tutta la produzione odontoiatrica è in fase di conversione, finendo per realizzare un ecosistema informatizzato di software ed hardware intorno alla figura del dentista digitale.
Il dentista tradizionale ha iniziato da tempo la sua metamorfosi in dentista digitale.
La clinica odontoiatrica è stata letteralmente sconvolta dall’avvento del workflow digitale in tutte le sue discipline (o quasi): protesi, ortodonzia, parodontologia e chirurgia guidano senza dubbio la classifica.
Con il termine workflow digitale intendiamo la gestione informatizzata ed automatizzata di una serie di attività cliniche ed extracliniche finalizzate alla esecuzione di una prestazione odontoiatrica e concatenate in un unico processo.
Non ci riferiamo qui a fenomeni isolati come la digitalizzazione documentale o la semplice dematerializzazione, né alla firma digitale in tutte le sue varie forme e neppure ad una gestione informatizzata dello studio con sw gestionali. Questo non fa quasi più notizia.
Non ci riferiamo neppure alla radiologia digitale o, in generale, alla diagnostica per immagini o alla realtà aumentata, che coinvolge oramai al novanta per cento tutte le prestazioni.
Ci riferiamo invece a quel fenomeno di vera e propria compenetrazione del workflow digitale nella produzione (o meglio, nella esecuzione delle terapie in senso stretto): scanner intraorali per la produzione di impronte, strumenti cad cam per la produzione di manufatti (?) protesici, sistematiche digitali relazionate con l’esterno per la produzione di apparecchi ortodontici, modelli digitali di pianificazione chirurgica e implantare integrati con altri sistemi di fabbrica (per usare una espressione del legislatore).
Il dentista digitale è nato in area extraclinica, dove la mutazione era meno rischiosa, meno eclatante e più redditizia. Poi si è avvicinato timidamente all’area clinica, anche per il timore del giudizio dei suoi colleghi. Ora è pronto a godere i benefici di un completo ecosistema digitale che trasformerà il workflow analogico in un vecchio ricordo.
Pensando alle pinze per ortodonzia o alle muffole dei laboratori sorrideremo come quando pensiamo alla diligenza che consegna la posta.
Vediamo insieme come nasce questo fenomeno e cosa comporterà nell’immediato futuro.
Il fenomeno del workflow digitale in odontoiatria è stato molto più consistente di quanto non sia avvenuto nelle altre branche della medicina e questo dipende da molti fattori. Uno di questi non è mai stato considerato con l’attenzione che merita perchè il dentista digitale è nato prima del medico digitale.
In gran parte del mondo culturalmente ed economicamente avanzato le prestazioni odontoiatriche sono eseguite dai privati, mentre il pubblico svolge un ruolo marginale o indiretto. Nella medicina classica avviene il contrario.
La natura prevalentemente privatistica dell’odontoiatria moderna ha generato due fenomeni concomitanti:
Cosa deriva da tutto questo?
Deriva che se nel mercato di riferimento si apre una via praticabile verso l’innovazione, il miglioramento dei processi, la sperimentazione controllata ed il bene del paziente, ebbene questa via viene percorsa senza indugio prima da un numero ridotto di persone (i dentisti esploratori cui va il nostro debito di riconoscenza) e poi dalla grande massa della comunità (non appena i nuovi modelli si sono affermati).
Noi siamo proprio nel punto di passaggio tra questi due flussi: il primo si sta convertendo nel secondo senza soluzione di continuo.
A breve l’ondata tecnologica investirà in modo trasversale tutte le discipline odontoiatriche, tutti i dentisti indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura giuridica dei loro studi, tutte le aree geografiche del Paese.
Le possibilità di successo del workflow digitale nella mente del dentista comune sono dettate da due condizioni fondamentali per il futuro dentista digitale:
L’interesse del legislatore per l’innovazione digitale delle imprese nasce in Germania pochi anni prima che si diffondesse a macchia d’olio in tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Perfino in Italia i governi hanno capito che la digitalizzazione dei processi produttivi era un gioco win-win dove tutti avrebbero vinto: imprenditori, consumatori, sistema Paese. Incredibile.
Questo ha portato, un po’ ovunque, alla comparsa di interventi legislativi finalizzati ad incentivare, sostenere, defiscalizzare le imprese che convertivano i propri obsoleti workflow analogici in workflow digitale.
I benefici in questione sono aperti anche all’aspirante dentista digitale, pur se in misura nettamente inferiore rispetto ai professionisti che operano in forma di Srl Odontoiatrica o altre forme di impresa sanitaria. Ne abbiamo parlato diffusamente in un apposito articolo sul Credito di Imposta 4.0.
Oggi un dentista privato che investe nel workflow digitale può genericamente contare su:
Queste due tipologie di benefici definiscono il perimetro all’interno del quale si genera, per il dentista digitale, un indubbio vantaggio competitivo.
Bisogna dire che il vantaggio competitivo del workflow digitale si concretizza indipendentemente dalle politiche fiscali ed economiche messe in campo dai governi di turno. Gli incentivi hanno però il merito di costituire un booster potente verso l’innovazione e di catalizzare l’attenzione e l’adesione al fenomeno in tempi più brevi.
In che modo si concretizza il vantaggio competitivo del dentista digitale e del relativo workflow? Possiamo descrivere almeno quattro aree diverse su cui si gioca la partita:
In tutti i casi a pagare il prezzo saranno i concorrenti.
Quando sono i concorrenti a pagare il prezzo delle nostre scelte strategiche si realizza quello che chiamiamo vantaggio competitivo.
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