Una nuova professionalità si affaccia prepotentemente negli studi dentistici: è quella del Social Media Manager. Il passaggio fondamentale è prendere coscienza che si tratta di una funzione con responsabilità e obiettivi precisi, che lascia poco spazio alla improvvisazione. Il Social Media Manager veicola presso il pubblico l’immagine dello studio e ne è ambasciatore. Da lui dipende in gran parte il successo del dentista ma anche il rischio di sanzioni per un uso “promozionale” o “suggestivo” dei mezzi di comunicazione.
Per capire l’importanza del Social Media Manager (SMM) in uno Studio Dentistico bisogna dare uno sguardo al contesto nel quale stiamo operando.
Si può affermare senza tema di smentita che, all’alba del 2019, il social media marketing rappresenti la possibilità di un brand di creare conversazione. Esso infatti poggia su canali di comunicazione, quali sono i social network, che livellano la differenza ontologica fra brand e utente, permettendo loro di affacciarsi alla comunità virtuale nello stesso modo.
Mai, nella storia del marketing, v’era stata la possibilità di un dialogo aperto fra le due parti, ancor meno che se ne instaurasse uno in grado di porle sullo stesso piano: un dialogo fra due identità digitali, identiche agli occhi dell’ecosistema di appartenenza (con tutti i distinguo del caso, che mancano tuttavia di pertinenza con questo discorso).
E’ dunque inevitabile, a questo punto, introdurre la figura del Social Media Manager dello Studio Dentistico, colui che si occuperà in prima persona della gestione dei social network: pubblicazione di contenuti (siano essi informativi, umoristici, formali e non), interazioni (commenti, likes, re-posts), stories ecc.
Egli sarà l’ambasciatore del brand nell’ecosistema, il corpo e la mente associati all’identità digitale, proprio come accade per un qualunque profilo personale sui vari social.
La vetrina web diventa, così, non più luogo d’interazione unidirezionale da parte dell’utente, ma spazio di condivisione reciproca, di possibilità dialettiche.
Quanto è evidente, in questo scenario, la responsabilità di chi se ne occupa? Responsabilità non solo di intessere rapporti cortesi e gradevoli con l’utenza, non solo della messa in opera dell’attività web, ma anche e soprattutto della pianificazione del proprio lavoro, aspetto molto importante che qui di seguito approfondiremo.
Il Social Media Manager (SMM) è sì il terminale umano a cui si deve la capacità di risposta online del brand, ma anche, come già ribadito, colui che si occupa a tutti i livelli della produzione di contenuti.
Tale attività è importante e delicata: la pubblicazione dovrà creare connessione fra le parti, avvicinare l’utenza (pazienti) alla realtà dello Studio; avrà la possibilità di fare informazione, sensibilizzazione e content marketing.
Tutto ciò richiede una pianificazione attenta e coerente, meglio definita come piano editoriale, da definire insieme al titolare dello studio (o a chi ne fa le veci al suo interno).
Rispettare il regime da esso imposto doterà le pubblicazioni di regolarità temporale, coerenza tematica, di un acuto e lungimirante piano di promozioni (a pagamento) dei contenuti sul web; garantirà una possibilità di corteggiamento a più riprese del potenziale cliente, sottile e a lungo termine. Tutte possibilità precluse a chi farà un uso sporadico e non programmatico del mezzo.
Il sito web, la pagina dello Studio su Facebook e quella su Instagram sono strumenti fondamentali per iniziare a presentarsi alla comunità del web: proprio per questo delegare questa mansione a persone inesperte o non adatte al compito rappresenta uno spreco di risorse, se non addirittura un danno d’immagine vero e proprio da non sottovalutare.
Un’attività sul web ha senso solo se svolta in modo attento, coerente, professionale; come già accennato, agire diversamente può portare ad una perdita economica particolarmente insidiosa, data l’assenza di controprove. Oltre a questo, il danno peggiore: è fin troppo facile rendersi conto di quanto la diffusione di contenuti non-aderenti a quelli cui si vorrebbe far coincidere la propria identità digitale possa falsare, agli occhi dell’utenza, l’immagine dello studio: il bene di maggior valore, per il quale più si può combattere attraverso l’attività social.
Del resto, neanche il titolare dello Studio dovrebbe adempiere a questo compito: non è la sua posizione e non necessariamente ha le competenze, ma soprattutto il tempo, per svolgere queste azioni sul web in maniera efficace.
Questo non esclude una sua partecipazione: al contrario, il titolare avrà un ruolo essenziale nei confronti del Social Media Manager (SMM), specialmente in riferimento alla comprensione di quest’ultimo dell’identità umana e organizzativa dello Studio, prima che essa venga trasmessa come tale attraverso i social.
Abbiamo a più riprese sottolineato quanto il Social Media Manager, affinché possa svolgere nel modo più appropriato e con la maggior sensibilità la propria mansione, debba essere profondamente partecipe del carattere che il brand vuole esporre al web. Del resto, l’obiettivo è comunicarlo nel modo migliore e più efficace possibile.
Ma, a questo punto, potrebbe essersi creata una difficoltà: come sperare di trovare un Social Media Manager che sia competente, affidabile, ma anche a strettissimo contatto (umano, in primis) con lo Studio?
La risposta è molto semplice: non identificare il Social Media Manager come un mero produttore di contenuti. Le agenzie pubblicitarie o i free lance sono in grado di creare contenuti efficaci, ma non avranno mai un attaccamento allo Studio, né saranno in grado di entrare in contatto con la sua “intimità”; in altri termini, non saranno in grado di comprenderlo a fondo, né tanto meno di comunicarlo. Non sono coinvolti e non partecipano al progetto.
Una agenzia non può condividere lo spirito tipicamente imprenditoriale di crescita, di miglioramento, di gioco di squadra, perché sono professionalmente relegati al ruolo di consulenti. Tutti valori che non ci sentiamo di definire diversamente da “fondamentali”.
La scelta del Social Media Manager potrà dunque ricadere su un dipendente particolarmente portato, un collaboratore esterno che frequenti fisicamente lo Studio o anche un familiare che ne abbia assorbito la mission, il sentimento più autentico e specifico.
Una caratteristica importante del Social Media Manager, oltre alla competenza tecnica, è il dato anagrafico: la giovane età determina molto spesso la capacità di muoversi facilmente fra i vari social e di capire quale sia una comunicazione efficace.
L’ambiente social ha delle connotazioni molto particolari che, in quest’epoca, sono state assorbite in modo differente dalle diverse generazioni; è facile dunque rendersi conto che un tale ruolo sarà svolto con maggior naturalezza e agilità da una persona che è stata esposta al mondo social contemporaneamente ai primi ambienti sociali fisici.
Il compito del titolare dello Studio sarà di plasmare questa figura, istruirla sull’ambiente clinico, investire su di lui in formazione e aggiornamento; del resto, il web è pieno di contenuti utili e, grazie a questi, egli può facilmente intuire le dinamiche che saranno essenziali per il suo lavoro.
Il Social Media Manager deve essere un collaboratore stretto, deve partecipare fisicamente anche alla attività clinica dello studio.
Il titolare, nel pieno senso di questo termine, deve trasmettere la propria passione al Social Media Manager, lo spirito e l’entusiasmo del proprio progetto imprenditoriale: solo in questo modo egli potrà veramente avere un attaccamento allo Studio e sentirsene parte integrante, per poi poterlo comunicare al meglio.
Assorbire i valori è il primo passo per poterli trasmettere in modo autentico e genuino.
Questo è un passo fondamentale: nei prossimi articoli, tenteremo di spiegare perché, secondo noi, la comunicazione più efficace sui Social è proprio quella che trasmette lo spirito dello Studio.
Ovviamente – per non creare confusione – le due posizioni possono coincidere in un’unica persona.
Ma quando è essenziale differenziarle? E perché, del tutto in generale, può essere una buona idea farlo?
Il primo errore comune è pensare che l’attività sui social sia marketing direttamente finalizzato all’acquisizione di clienti. Invero, lo è soltanto indirettamente, ovvero non nei suoi scopi principali.
Chiariamo meglio: l’attività del Social Media Manager deve sintetizzarsi nel modellare un’identità digitale dello Studio, caratterizzandola, ad esempio, come viva, professionale, piacevole, assecondando ciò che il titolare vuole trasmettere della propria realtà.
L’obiettivo dei contenuti, quindi, sarà far partecipare l’utente alla vita e ai valori dello Studio, e non convincerlo a recarvisi direttamente; risultato altresì perseguibile ma che, se eccessivamente palesato, potrebbe distorcere il senso della comunicazione e/o squalificarne il livello.
Il Responsabile Marketing (o Marketing Manager), invece, è colui che fa il piano Marketing.
Il piano Marketing è ovviamente un insieme più grande di attività, tra le quale c’è anche quella del Social Media Manager; anche se svolta da una terza figura. Ma non parliamo di questo e neanche del Marketing Manager nell’articolo che stai leggendo.
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Una buona comunicazione da parte del Social Media Manager è il corteggiamento del lettore, fare in modo che conosca la vita reale dello Studio e farlo entrare nel vivo della Clinica senza mai alludere a promozioni o suggestioni che possano apparire una supplica di chiamata.
Non serve e non funziona: se il lettore subodora una marchetta pubblicitaria nei tuoi post, potrebbe recidere di netto l’interazione.
Del resto, chiunque abbia bisogno di un dentista non deciderà di recarvisi solo vedendo un post su Facebook (e nel caso che questo fosse il meccanismo con cui il paziente si è mosso, è molto probabile che si tratti di un pessimo investimento).
In questo senso la nostra presenza sui social deve essere puramente di corteggiamento tramite il content marketing: informazione vera e contenuti interessanti o curiosi.
Il lettore medio è assuefatto dalla pubblicità e, alle volte, infastidito: proprio per questo il ‘contenuto‘ può essere la tua migliore forma di comunicazione per creare un primo contatto e coltivarlo nel tempo!
Sarà lui che deciderà di contattarti.
Abbiamo delineato la figura del Social Media Manager nel modo che più lasciasse intendere quanto crediamo in un suo lavoro di fino, di dettagli anche sottili.
I nuovi scenari tecnologici hanno creato la possibilità, precedentemente inespressa, di disporre di un ambasciatore del proprio brand costantemente – e direttamente – raggiungibile dalla comunità digitale cui appartiene anche il paziente; una possibilità che, ironicamente (ma non troppo), definiamo un nuovo umanesimo del mondo della comunicazione, in cui il brand si fa trasmettere e raggiungere attraverso persone, e non più attraverso campagne marketing o sondaggi impersonali.
Il mondo della comunicazione è finalmente in grado di posizionare un intelletto umano al crocevia dei propri processi comunicativi.
Questo consente una vastissima gamma espressiva, una multiforme capacità di adattamento ai diversi contesti; un (content) marketing che sa evolvere con rapidità, efficacia e sensibilità tutta umana.
Adesso, naturalmente, il lettore medio potrebbe avvertire l’esigenza di entrare più nello specifico, chiedendoci qualcosa di più pratico e utile al fine di gestione social.
Abbiamo espresso tutte le dinamiche essenziali che si celano dietro alla figura del Social Media Manager nello Studio Dentistico; precedentemente abbiamo introdotto l’importanza, espressa in 11 motivi, di avere una propria identità digitale.
Insomma, abbiamo gettato le fondamenta che reputavamo essenziali per un corretto approccio “filosofico” al web marketing.
Nel prossimo articolo parleremo di come gestire in modo efficace la pagina Facebook, portando qualcosa di più concreto e pratico a beneficio del lettore.
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