La contribuzione previdenziale obbligatoria rappresenta un costo significativo per i dentisti, ma esistono strategie efficaci per ridurre contributi Enpam senza compromettere la stabilità economica dello studio e senza rischiare comportamenti illeciti. In questo articolo, esaminiamo come la scelta della forma giuridica, la composizione della compagine sociale e l’utilizzo di una holding odontoiatrica possano influenzare il peso della contribuzione ENPAM. Approfondiamo il ruolo di SRL e Holding, spiegando quali strategie, alternative tra loro o cumulative, comportino vantaggi significativi in termini di costi previdenziali.
Ridurre contributi ENPAM è divenuto una parte rilevante della pianificazione fiscale (tributaria in genere) di uno studio dentistico. In questo articolo descriveremo cosa è lecito e possibile fare impiegando in modo congiunto gli strumenti societari disponibili e le dinamiche conseguenti per la creazione e la distribuzione del reddito.
La contribuzione ENPAM rappresenta una parte fondamentale del sistema previdenziale per i professionisti sanitari, inclusi i dentisti. Tuttavia, il peso di questi contributi può risultare significativo per molti liberi professionisti e titolari di studi odontoiatrici. L’ENPAM, Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri, gestisce sia la pensione di base sia i versamenti integrativi obbligatori, assicurando una copertura per la vecchiaia e altre prestazioni previdenziali e assicurative.
Comprendere a fondo come vengono calcolati questi contributi e, soprattutto, come gestirli in modo strategico, è essenziale per mantenere la sostenibilità economica dello studio e preservare il reddito personale. In questo articolo, esploreremo alcune soluzioni pratiche e consigli che possono aiutare i dentisti a ridurre l’impatto della contribuzione ENPAM, senza compromettere la sicurezza previdenziale a lungo termine.
La contribuzione ENPAM è determinata da una serie di fattori che influenzano il totale annuale da versare. Per i dentisti, le due principali componenti contributive riguardano la Quota A e la Quota B. La Quota A è fissa e obbligatoria per tutti gli iscritti, indipendentemente dal reddito, e rappresenta il contributo alla pensione di base. La Quota B, invece, è calcolata in base al reddito professionale dichiarato e varia in funzione di quanto si guadagna nell’anno fiscale. Questa seconda quota è quella che che ci interessa in questo contesto, sia per i volumi di costo che comporta (19,50% fino a 160 mila euro entro pochi anni), sia per la flessibilità legata ai redditi conseguiti.
Il reddito imponibile, che determina la Quota B, è costituito da tutti i proventi derivanti dall’attività professionale, al netto delle spese. L’aliquota applicata a questo reddito è progressiva, aumentando in proporzione al reddito dichiarato. Questo rende fondamentale una gestione attenta della dichiarazione dei redditi e delle spese deducibili, poiché ogni variazione del reddito imponibile incide direttamente sull’importo da versare a ENPAM.
Una corretta comprensione di come si calcolano questi contributi è essenziale per ogni odontoiatra che voglia minimizzare l’impatto finanziario della contribuzione senza compromettere la propria situazione previdenziale.
Per esempio, è importante sottolineare che l’ENPAM opera con criteri di trasparenza, il che significa che non ci sono scorciatoie o automatismi che possano ridurre i contributi semplicemente cambiando la forma giuridica dell’attività. La costituzione di una SRL odontoiatrica, quindi, non comporta di per sé alcun tipo di risparmio sulla contribuzione ENPAM.
Questo perché, anche in una società a responsabilità limitata di proprietà del dentista, sia i redditi professionali percepiti dall’odontoiatra che vi lavora, sia i redditi non percepiti che vanno a costituire gli utili societari, sono entrambi soggetti alla Quota B nella misura del 19,50%. L’ENPAM considera i redditi derivanti dall’attività professionale, indipendentemente dalla forma giuridica in cui questa è svolta. In altre parole, se il professionista opera come libero professionista o come SRL, la contribuzione è calcolata sulla somma dei redditi percepiti più quelli non percepiti.
Pertanto, scegliere una SRL non rappresenta una strategia automatica per abbassare la contribuzione ENPAM, sebbene possa offrire altre opportunità di ottimizzazione fiscale e gestionale. Saranno necessarie altre strategie di pianificazione fiscale per riuscire a ridurre concretamente il peso dei contributi previdenziali.
Esiste, per esempio, il caso in cui la Srl non è di proprietà del dentista (in tutto o in parte).
La scelta tra operare come libero professionista o costituire una SRL odontoiatrica è una decisione strategica che richiede un’attenta analisi dei vantaggi e degli svantaggi di entrambe le opzioni. Dal punto di vista della contribuzione ENPAM, come abbiamo visto, non ci sono risparmi diretti legati al passaggio a una società, poiché i redditi personali del dentista sono calcolati per trasparenza.
Tuttavia, la SRL può comportare riduzioni significative del carico contributivo per il dentista in almeno tre modi che richiedono una efficiente pianificazione per essere attuati:
Anche senza voler lavorare necessariamente sui costi e quindi sulla riduzione dei redditi in generale, un altro elemento strategico nella gestione di una SRL odontoiatrica riguarda la composizione della compagine sociale e l’impatto che questa ha sulla contribuzione ENPAM. In particolare, l’ENPAM applica i contributi solo sugli utili distribuiti a soci che siano odontoiatri e iscritti all’ente. Se le quote societarie che danno diritto alla partecipazione agli utili sono di proprietà di un dentista, gli utili distribuiti a quest’ultimo saranno soggetti a contribuzione ENPAM, poiché considerati reddito professionale.
Al contrario, se le quote appartengono a soggetti non iscritti alla Cassa ENPAM, come investitori esterni o familiari senza qualifica odontoiatrica, gli utili distribuiti a tali soci non saranno soggetti a contributi ENPAM. Questa distinzione offre una leva strategica per modulare il peso della contribuzione previdenziale, ridistribuendo le quote e gli utili tra soci odontoiatri e non odontoiatri. Tuttavia, è fondamentale considerare attentamente le implicazioni di questa strategia, poiché può influenzare sia la gestione fiscale sia la governance della società.
Potrà chiarire meglio il concetto la tabella seguente, con tutte le inevitabili approssimazioni del caso:
Qui vediamo gli effetti naturali ai fini Enpam dei redditi conseguiti confrontando la situazione di un dentista che opera in forma tradizionale (vale anche per lo studio associato e le società di persone) e uno che opera in forma di Srl Odontoiatrica con una partita iva personale e una relativa alla società, ma detenendo interamente in proprio le quote della stessa. Si noti che nella colonna di destra il professionista pagherebbe di tasca propria anche i contributi imputabili alla società creando coì una situazione iniqua nel quale contribuisce anche per redditi non percepiti.
Di seguito vediamo cosa succede se le quote della società appartenessero per intero ad un soggetto diverso dal dentista: per esempio un familiare laico oppure una Holding di proprietà del dentista stesso:
Lo spostamento delle quote societarie, oppure, come vedremo dopo, il semplice spostamento dei diritti sulle quote societarie nei casi di compagini miste, nell’esempio precedente produce un risparmio fiscale di 14.625 € con conseguenti benefici per la cassa del professionista stesso (non della società, dal momento che il professionista sarebbe chiamato, come detto sopra, a versare per redditi che non ha percepito).
Ai più attenti, collateralmente, non sarà sfuggito che il dentista, con un reddito di 75.000 euro, torna ad essere eligibile per il regime forfettario. Ma questo è un altro discorso che rinviamo all’articolo su sul Controllo societario e regime forfettario.
Ancora non è tutto.
Supponiamo che nella propria opera di pianificazione fiscale il dentista possa comprimere i compensi personali in favore degli utili societari, magari perchè destina altri compensi (deducibili) ai membri del proprio nucleo familiare.
Questo potrebbe essere uno scenario tra i mille possibili:
Ovviamente qui non possiamo esaurire tutte le variabili personali, fiscali e familiari ma crediamo di aver reso l’idea di come, impiegando correttamente gli strumenti societari e un minimo di strategia fiscale sia possibile ottenere significativi miglioramenti della liquidità personale. In quest’ultimo esempio è stato possibile ridurre contributi Enpam di oltre il 76%.
Questo denaro potrebbe essere investito in previdenza complementare e/o in un TFM dell’amministratore della società con ulteriori enormi vantaggi fiscali e contributivi (consigliamo la lettura di TFM per dentista amministratore)
Se ti interessa approfondire come ridurre contributi Enpam con una Holding Odontoiatrica, partecipa al prossimo Corso dedicato ai titolari di una Srl Odontoiatrica. Iscriviti qui: Corso Holding Odontoiatrica Ti aspettiamo anche insieme al tuo consulente commercialista.
In una compagine sociale mista, composta sia da dentisti che da soci laici (non iscritti all’ENPAM), è possibile adottare una strategia che separi la proprietà delle quote societarie dai diritti di partecipazione agli utili. Questo significa che il dentista potrebbe detenere una percentuale significativa delle quote societarie, mantenendo così il controllo della società, mentre la distribuzione degli utili potrebbe essere indirizzata maggiormente ai soci laici, che non sono soggetti alla contribuzione ENPAM.
Per esempio, un dentista potrebbe controllare la maggioranza delle quote, ma decidere che la quota di partecipazione agli utili riservata a lui sia inferiore rispetto alla sua percentuale di partecipazione nella società. In questo modo, il dentista mantiene il potere decisionale e gestionale all’interno della SRL, mentre una parte maggiore degli utili viene distribuita ai soci laici, riducendo così il carico contributivo personale verso ENPAM.
Questa strategia flessibile permette di alleggerire il peso della contribuzione previdenziale senza rinunciare al controllo della società, sfruttando una composizione societaria mista in cui i soggetti non iscritti all’ENPAM possono beneficiare di una quota maggiore di utili senza essere soggetti ai contributi previdenziali.
Per quanto riguarda le simulazioni pratiche si rimanda in toto agli esempi del paragrafo precedente perchè gli effetti contributi e fiscali dei particolari diritti sulle quote sono gli stessi descritti per l’alienazione delle quote a soci laici (consigliamo di approfondire il tema con la lettura dell’articolo Partecipazioni paritetiche, stallo decisionale e clausole statutarie)
Come abbiamo già intravisto nelle righe precedenti, un’altra strategia efficace per ridurre il peso della contribuzione ENPAM nella gestione di una SRL odontoiatrica è quella di costituire una Holding odontoiatrica che detenga le quote della società operativa. Una holding odontoiatrica, essendo una società distinta e non soggetta a contribuzione ENPAM, può partecipare agli utili della SRL odontoiatrica senza dover versare i contributi previdenziali.
In questo schema, il dentista può detenere il controllo della holding, ma non figurare direttamente come proprietario delle quote della SRL operativa. In questo modo, gli utili della SRL vengono distribuiti alla holding, che non è obbligata a versare contributi ENPAM, creando così un ulteriore scudo contro l’aggravio contributivo. Questa struttura consente al dentista di ridurre in maniera significativa il proprio reddito personale soggetto a contribuzione, poiché i dividendi distribuiti alla holding non sono soggetti a tributi previdenziali.
Tuttavia, è fondamentale gestire attentamente la struttura societaria e i flussi finanziari tra la holding e la SRL operativa, in modo da rispettare le normative fiscali e previdenziali vigenti, evitando eventuali contestazioni da parte degli enti di controllo.
Per come funziona il meccanismo di capitalizzazione del montante previdenziale i dentisti più vicini alla pensione ricevono un vantaggio relativamente piccolo da versamenti molto elevati negli ultimi anni di lavoro (nel senso che ad esempio la rata pensionistica di un dentista non cambia di molto se negli ultimi anni versa contributi su 100, 120 o 150 mila euro di reddito imponibile).
Quindi è sicuramente conveniente versare contributi su redditi superiori a 100mila euro anche considerando che per redditi superiori a 160mila la deducibilità è estremamente contenuta e i servizi erogati sono in quota parte divisi tra assistenza e pensione e per metà non si tramutano in pensione personale.
Se ti interessa approfondire come ridurre contributi Enpam con una Holding Odontoiatrica, partecipa al prossimo Corso dedicato ai titolari di una Srl Odontoiatrica. Iscriviti qui: Corso Holding Odontoiatrica Ti aspettiamo anche insieme al tuo consulente commercialista.
Il tuo carrello è vuoto.
Benvenuto su www.dentistamanager.it.
Ti preghiamo di prendere nota e rispettare le informazioni di seguito riportate che regolano l'utilizzo del nostro sito e dei materiali pubblicati e a cui sono soggetti i servizi forniti; l’accesso alle pagine del sito web implica l’accettazione delle seguenti condizioni.
Diritto d’autore
Tutto il materiale pubblicato sul sito ed il sito stesso, compresi testi, illustrazioni, fotografie, progetti, cataloghi, grafici, loghi, icone di pulsanti, immagini, clip audio, software, contenuti del blog, articoli di approfondimento, strutturazione dei corsi (in generale, il "Contenuto" del sito), è coperto da diritto d'autore.
La legislazione italiana ed internazionale in materia di diritti d'autore e marchi tutela il contenuto e il sito in generale.
La riproduzione dei materiali contenuti all'interno del sito, con qualsiasi mezzo analogico o digitale, è vietata.
Sono consentite citazioni, purché accompagnate dalla citazione della fonte Dentista Manager S.r.l., compreso l'indirizzo www.dentistamanager.it
Sono consentiti i link da altri siti purché venga specificato che si tratta di link verso il sito www.dentistamanager.it