Il concordato preventivo biennale e la sanatoria fiscale per il periodo 2018-2022 rappresentano due strumenti essenziali per i professionisti in regime forfettario nel 2024. Il concordato permette di stabilire preventivamente le imposte per un anno, mentre la sanatoria offre la possibilità di regolarizzare i redditi pregressi a condizioni agevolate. Analizziamo i dettagli delle flat tax applicabili, le cause di decadenza e come queste misure possono proteggere da futuri controlli fiscali, garantendo una gestione più efficiente delle imposte.
Il concordato preventivo biennale e la sanatoria fiscale per il periodo 2018-2022 rappresentano due strumenti essenziali per i professionisti in regime forfettario nel 2024. Il concordato permette di stabilire preventivamente le imposte per un anno, mentre la sanatoria offre la possibilità di regolarizzare i redditi pregressi a condizioni agevolate. Analizziamo i dettagli delle flat tax applicabili, le cause di decadenza e come queste misure possono proteggere da futuri controlli fiscali, garantendo una gestione più efficiente delle imposte.
Il concordato preventivo biennale rappresenta l’unica vera novità interessante del 2024 sul piano fiscale per i professionisti e per i dentisti in particolare.
Se opportunamente impiegato, infatti, in un progetto globale di pianificazione fiscale e contributiva, potrebbe risultare di grande vantaggio ad alcune categorie di lavoratori autonomi e di imprese.
Di seguito quattro spunti su cui riflettere.
Il concordato preventivo biennale offre i vantaggi della combinazione tra il patto fiscale biennale 2024-2025 e la sanatoria per i redditi 2018-2022.
I contribuenti, in particolare quelli con un voto Isa inferiore a 8, potrebbero trarre vantaggio dal pagamento di una sostitutiva a un costo minimo, con importi che possono partire da 1.000 euro per alcune categorie come bar e ristoranti.
I contribuenti possono scegliere tra il patto fiscale e la sanatoria, calcolando le imposte sostitutive in base al loro reddito e voto Isa, e valutando se aderire a entrambi i regimi fiscali per ottenere una riduzione complessiva del carico fiscale.
La decadenza dal concordato preventivo biennale (CPB) e il mancato perfezionamento del ravvedimento operoso possano riaprire i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate per il periodo 2018-2022. Queste situazioni interrompono lo scudo sui controlli fiscali, rendendo i contribuenti vulnerabili ad accertamenti.
Le cause di decadenza dal CPB includono omissioni rilevanti, errori nella dichiarazione dei redditi o mancato pagamento delle somme dovute. L’articolo evidenzia la necessità per i contribuenti di essere attenti nella presentazione della dichiarazione e nel rispettare i piani di rateazione per evitare la riapertura dei controlli .
La sanatoria dei redditi per il periodo 2018-2022, prevista dal Concordato preventivo biennale, consente ai contribuenti di regolarizzare la loro posizione versando un’imposta sostitutiva calcolata sulla differenza tra il reddito dichiarato e l’incremento stabilito.
La novità principale è che le perdite maturate in quel periodo non vengono sterilizzate, il che significa che i contribuenti possono regolarizzare le annualità anche se hanno chiuso con un risultato in perdita.
Questa sanatoria rappresenta un’opportunità per i contribuenti, soprattutto in vista della scadenza fissata per il 31 ottobre 2024.
4. Il concordato preventivo biennale non vale per l’Enpam
Fermo restando quanto previsto agli articoli 15, 16 e 17 e al successivo comma 2, gli eventuali maggiori o minori redditi effettivi, o maggiori o minori valori della produzione netta effettivi, nel periodo di vigenza del concordato, non rilevano ai fini della determinazione delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive, nonché dei contributi previdenziali obbligatori. Resta ferma la possibilità per il contribuente di versare i contributi sul reddito effettivo se di importo superiore a quello concordato come integrato ai sensi degli articoli 15 e 16.
In relazione agli stessi contribuenti, in assenza di uno specifico chiarimento, deve ritenersi che gli eventuali contributi non versati alle Casse rilevino ai fini della verifica del requisito di accesso al concordato preventivo previsto dal comma 2 dell’articolo 10 del Dlgs 13/2024 (assenza di debiti tributari e contributivi di importo pari o superiore a 5mila euro).
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