Prima di avviare una consulenza o una collaborazione professionale è bene sottoscrivere un contratto. La presenza di un contratto mette al riparo entrambe le parti da futuri conflitti ma soprattutto dalle pretese più o meno legittime o arbitrarie degli organismi di controllo: ispettorato del lavoro, guardia di finanza, garante della privacy, agenzia delle entrate, asl, ecc. Sottoscrivere un contratto di collaborazione è la classica operazione che definiremmo: poca spesa, tanta resa. Ma bisogna pensarci per tempo.
Il Contratto di Consulenza esaurisce la trattazione del tema “consulenza e collaborazioni” in odontoiatria e ortodonzia che abbiamo avviato negli articoli precedenti: quello dal titolo Il Dentista Consulente o Collaboratore: un fenomeno tutto italiano e quello intitolato La consulenza odontoiatrica e ortodontica: una professione atipica, cui vi rimando per una lettura più completa.
Abbiamo visto che proprio le basi microeconomiche del rapporto medico/paziente/consulente siano le determinanti essenziali delle conseguenze deontologiche, etiche e medico-legali che tutti noi conosciamo. Potremmo quasi dire che queste ultime, lungi dall’essere mere questioni di principio, traggono la loro ragion d’essere da necessità eminentemente pratiche.
Il fatto che molte questioni morali derivino dalla necessità di dirimere problemi economici ai più potrà anche non piacere, ma ha l’indubbio vantaggio di conciliare posizioni tra loro apparentemente antitetiche: quella del laico e quella dell’idealista.
Dopo avere definito la cornice non rimane altro da fare che delineare il soggetto del quadro, che è rappresentato dal Contratto di Consulenza. Esso rappresenta il condensato di tutte le idee esposte in precedenza, una sorta di ricetta che consente di definire in via anticipata molte delle possibili questioni che possono insorgere nel campo d’azione delimitato dalla triade titolare/paziente/consulente.
Ogni contratto è per definizione limitativo rispetto a tutti i possibili scenari del mondo reale. Pensare quindi che un contratto, per quanto articolato e pertinente, possa esaurire le possibili fonti di conflitto è impensabile.
Ma il punto è un altro e bisogna cercare di coglierlo.
I contratti non servono tra soggetti in cattiva fede: tutelarsi e garantirsi da tali individui è impossibile e, come abbiamo visto, l’azzardo morale è implicito in questo genere di relazioni.
Non vi è contratto che tenga se si pretende di prevenire il contenzioso verso una controparte deliberatamente intenzionata a tradire gli impegni assunti e la nostra fiducia. Questo vale nei rapporti con i pazienti, così come nel rapporto tra professionisti.
I contratti servono invece tra soggetti animati da desiderio di collaborare e di finalizzare insieme un progetto comune.
Il contratto di consulenza assolve ad una precisa serie di funzioni e obiettivi, altrimenti irrealizzabili:
Definire il contratto di consulenza standard non è facile, viste le mille variabili in gioco, ma soprattutto considerando che non tutti i tipi umani sono riconducibili ad un unico schema comportamentale e non tutti gli studi hanno le stesse esigenze.
Per questo motivo da ora in avanti considereremo come modello il contratto di consulenza ortodontica, sia perché è di gran lunga il tipo di consulenza più diffuso tra i dentisti, sia perché presenta caratteristiche di complessità decisamente superiori a tutti gli altri. Tale complessità deriva fondamentalmente dal tempo di esecuzione delle prestazioni, che abitualmente si esaurisce nell’arco di molti mesi o anni. La lunghezza del trattamento è un moltiplicatore straordinario di equivoci, malintesi, omissioni, distrazioni che si concentrano sul risultato clinico finale e sui rapporti di relazione così complicati come quelli descritti in precedenza.
Il risultato clinico finale di un trattamento ortodontico è la proiezione vicina di un remoto e complicato punto di arrivo, intorno al quale ruotano fenomeni in continuo cambiamento.
Cambiano le assistenti, cambiano le disponibilità economiche dei pazienti, cambia l’organizzazione dello studio, cambiano i materiali e le attrezzature di lavoro, cambia la moda e cambiano anche le competenze dell’ortodontista, ma l’obiettivo del trattamento rimane sempre lo stesso: viene prefigurato prima della cura e deve essere raggiunto molto tempo dopo, passando attraverso una selva di cambiamenti che si stratificano uno sopra l’altro. Molto spesso tra l’inizio e la fine di un trattamento ortodontico perfino le persone che hanno dato luogo ai contratti iniziali (dentista titolare, paziente e consulente) sono completamente mutate.
Il contratto di consulenza deve essere articolato su una serie di contenuti imprescindibili, i cui titoli sono di seguito riportati. Quanto nel dettaglio si debba scendere nella descrizione dei vari articoli è una questione di opportunità e ciascuno dovrà trovare la dimensione appropriata alle singole circostanze.
Un contratto troppo prolisso è scoraggiante e di difficile interpretazione, finendo per perdere quella valenza pratica necessaria al professionista e finendo per diventare un puro esercizio di stile. Andare a normare ipotesi assurde o estremamente rare è, nella pratica, inutile. Al contrario un contratto troppo breve rischia di non coprire le necessità per le quali viene sottoscritto e quindi risulta di nuovo inutile.
Possiamo qui dare un altro consiglio.
Quinto consiglio: il compromesso ideale è disporre di una base contrattuale quanto più completa ed esaustiva possibile ed adattarla di volta in volta emendando le previsioni superflue o ridondanti.
Il contratto deve quindi contenere un primo articolo denominato Premesse ed Allegati.
Qui verranno descritte le ragioni per le quali titolare e consulente decidono di avviare un rapporto di collaborazione professionale. Si farà riferimento alle garanzie reciproche sulla affidabilità delle parti e si farà anche riferimento esplicito ai documenti (allegati appunto) che ne attestino elementi quali: qualità professionali, autorizzazioni pubbliche, aggiornamento e formazione, ecc.
E’ molto importante introdurre fin da subito un concetto importante che dovrà essere ripreso ovunque nel testo del contratto. Il concetto è che l’attività normata dal contratto esclude qualsiasi ipotesi di dipendenza.
La formula che consiglio di inserire è questa:
Il rapporto di lavoro oggetto del presente contratto è regolato dalle norme sull’esercizio delle professioni intellettuali previste dagli artt. 2229 e segg. c.c. Pertanto nessuno degli obblighi inerenti il rapporto di lavoro subordinato farà carico né allo Studio né al Consulente, il quale espleterà l’incarico con le massime autonomia organizzativa, indipendenza di giudizio, iniziativa all’azione e discrezionalità di scelta.
Naturalmente è necessario che le intenzioni verbali siano accompagnate da fatti concreti per evitare che gli enti di controllo possano accertare (per fatti concludenti o per forti indizi presuntivi) che in realtà il contratto serva solo a dissimulare un rapporto di lavoro subordinato vero e proprio.
Un secondo articolo è rappresentato dall’Oggetto del Contratto.
Qui bisogna specificare in cosa consiste l’oggetto del contratto e quindi descrivere su cosa verte l’accordo. Sarà opportuno per esempio dare una breve descrizione di cosa si intende per consulenza, ovvero cosa si intende per consulenza ortodontica o consulenza endodontica, ecc. I limiti di tale attività devono essere tratteggiati così come i suoi confini nel contesto delle altre attività tra le quali si inserisce. In questa sede sarà importante definire esplicitamente la natura libero-professionale del rapporto di consulenza anche per evitare noiose rivalse da parte degli enti pubblici di controllo o rivendicazioni delle parti.
Un terzo articolo dovrebbe dare indicazioni sulla Decorrenza, la Durata e le eventuali modalità di Cessazione o di rinnovo del contratto.
Niente è eterno e quindi definire anticipatamente i limiti temporali del rapporto permette di evitare discussioni su scadenze e modalità di esecuzione.
Un buon quinto consiglio è questo: utilizzare scadenze brevi (per esempio ogni 31 dicembre) lasciando facoltà ad entrambi di rinnovare il matrimonio oppure no.
Una scelta libera è quella che produce sempre risultati migliori. Nessuno ha interesse ad interrompere dinamiche che generano valore. Nessuno ha interesse a mantenere con la forza rapporti che non producono valore. Bisognerebbe sempre evitare che le relazioni siano rette dall’abitudine o dalla costrizione.
Fondamentale è quindi descrivere nel quarto articolo, anche mediante lungo elenco, quali sono gli obblighi dello studio nei confronti del consulente.
Potremmo sintetizzare in modo estremo il concetto mutuando una espressione cara ai professionisti: l’obbligo di mezzi. Il successo clinico del consulente (e quindi del titolare e del suo studio) dipende strettamente dalle condizioni organizzative e strutturali nelle quali si trova a lavorare, ovvero dai mezzi che gli vengono messi a disposizione: personale, attrezzature, procedure, organizzazione, ecc. In particolare il successo del trattamento ortodontico è intimamente dipendente dai processi di gestione extra clinica del paziente che lo studio è in grado di applicare. Tali processi non sono sotto il controllo del consulente e non devono esserlo.
Analogamente al precedente, seguirà un articolo quinto riguardante gli obblighi del consulente.
Ovviamente non si fa riferimento agli obblighi di risultato clinico sui trattamenti che va a compiere. Si tratta invece degli impegni che egli assume nei confronti dello studio su varie questioni come per esempio: disponibilità, volumi di prestazioni, rispetto di cose e persone, utilizzo di apparecchiature ed in particolare dei mezzi informatici, osservanza delle procedure interne, aggiornamento professionale, obbligo di non concorrenza, ecc.
Un articolo, il sesto, sarà dedicato a definire i corrispettivi economici della consulenza.
Verranno qui descritti elementi quali: tariffe applicate al paziente, modalità di calcolo del compenso al consulente, scadenze per la rendicontazione e fatturazione, eventuali incentivi, gestione degli insoluti, ecc. Questo argomento è abbastanza complesso, soprattutto nel caso della consulenza ortodontica e richiederebbe approfondimenti specifici da caso a caso. Tuttavia è il nodo centrale del contratto ovvero il tema su cui si orientano gli interessi di tutti gli attori nella triade titolare-paziente-consulente.
Non aver definito i contenuti precisi di questo articolo significa aver vanificato ogni possibilità di convivenza futura.
Sesto consiglio: almeno in questo caso vale la pena di essere prolissi e scendere fin nel più piccolo dettaglio.
A titolo meramente esemplificativo, infine, è bene che il contratto di consulenza tratti anche questi punti con articoli appositamente dedicati: definizione delle agende di lavoro e del calendario annuale, gestione delle urgenze, esclusività e non concorrenza, sede dell’attività, marketing, scelta del laboratorio e altri consulenti (trattamenti multidisciplinari), privacy, validità delle comunicazioni, clausola di riservatezza, gestione delle controversie.
Dopo tutta la trattazione fatta sul tema dei consulenti nei tre articoli del blog, credo che oramai chiunque possa essere in grado di redigere il contratto di consulenza adatto ai propri scopi ed alla realtà in cui opera.
Ciononostante ho predisposto un modello standard che può essere scaricato, pagando un piccolo fee, a questo link.
Anche questo, come qualsiasi contratto, non è perfetto: è flessibile, completo e personalizzabile per ogni necessità, ma soprattutto … è collaudato da molti anni e regge bene alla prova dei fatti.
Il tuo carrello è vuoto.
Benvenuto su www.dentistamanager.it.
Ti preghiamo di prendere nota e rispettare le informazioni di seguito riportate che regolano l'utilizzo del nostro sito e dei materiali pubblicati e a cui sono soggetti i servizi forniti; l’accesso alle pagine del sito web implica l’accettazione delle seguenti condizioni.
Diritto d’autore
Tutto il materiale pubblicato sul sito ed il sito stesso, compresi testi, illustrazioni, fotografie, progetti, cataloghi, grafici, loghi, icone di pulsanti, immagini, clip audio, software, contenuti del blog, articoli di approfondimento, strutturazione dei corsi (in generale, il "Contenuto" del sito), è coperto da diritto d'autore.
La legislazione italiana ed internazionale in materia di diritti d'autore e marchi tutela il contenuto e il sito in generale.
La riproduzione dei materiali contenuti all'interno del sito, con qualsiasi mezzo analogico o digitale, è vietata.
Sono consentite citazioni, purché accompagnate dalla citazione della fonte Dentista Manager S.r.l., compreso l'indirizzo www.dentistamanager.it
Sono consentiti i link da altri siti purché venga specificato che si tratta di link verso il sito www.dentistamanager.it