Qual è la forma migliore di organizzazione dello studio dentistico per un professionista vero? Quale tipo di governo è migliore?
Qual è la forma migliore di organizzazione dello studio dentistico per un professionista vero?
Pochi giorni fa ero ad un corso di aggiornamento ed alcuni colleghi amici mi hanno posto la domanda, ormai ricorrente, di come vedevo il futuro per gli studi dentistici professionali (distinguendoli così dagli studi appartenenti alla grande distribuzione odontoiatrica: catene, franchising, services, ecc.).
Naturalmente non ho potuto rispondere senza chiamare in causa il senso più intimo della domanda che era piuttosto un altro: qual è la forma migliore di organizzazione dello studio dentistico per un professionista vero? Quale tipo di governo è migliore?
Bisogna premettere che il termine “migliore” non si riferisce qui a giudizi di valore etico o deontologico ma solo alla modalità più idonea ad affrontare una situazione congiunturale, economica e sociale, che profila per il futuro cambiamenti strutturali di lungo periodo. La mia opinione in proposito ha dunque un’impostazione laica e di prospettiva “evolutiva” nel senso di definire quale tipo di impostazione generale dello studio è più “adatta” alla sopravvivenza di una specie in via di estinzione: il dentista, libero e professionista.
In linea generale possiamo distinguere quattro tipologie possibili e lecite di svolgimento della professione, indipendentemente dalle sue dimensioni fisiche, dal layout organizzativo e dai volumi di prestazioni erogati. In ordine di complessità crescente possiamo distinguere:
Su quest’ultima forma di organizzazione dell’attività sono stati detti e scritti fiumi di parole, sia per le difficoltà di interpretazione e di applicazione della normativa corrente, sia per la particolare attitudine di queste a piegarsi anche a logiche poco trasparenti di svolgimento della professione (es: copertura dell’abusivismo, spersonalizzazione del rapporto medico-paziente), sia per la possibilità che offrono ai grandi gruppi economici di penetrare il mercato dell’odontoiatria e scalzare il professionista tradizionale da una posizione che appare sempre meno sicura con il passare degli anni.
Volendo ricorrere ad una visualizzazione geometrica di più facile comprensione, possiamo pensare ad un solido piramidale. Ciascuna delle quattro opzioni sopra identificate consente una struttura di potere all’interno dello studio (e conseguentemente un layout organizzativo) più o meno democratico, a seconda che si decida di optare, alternativamente, per:
[one_half_last] È ovvio che nessuna affermazione può avere valore assoluto ed universale e che, nella scelta della forma di governo e di organizzazione del proprio studio, incidono fattori interni e personali come i seguenti: il tipo di personalità dei singoli (individualisti o organizzativisti), lo storico dell’attività, le disponibilità economiche di partenza, le aspettative economiche future, la formazione più o meno imprenditoriale, la capacità di socializzare e di coltivare un clima di fiducia accanto a sé.
Altri elementi, di natura esterna, entrano in gioco nelle scelte da farsi: l’area geografica nella quale si opera, il livello socio economico dei pazienti, il contesto economico congiunturale, il tipo ed il grado di aggressività della concorrenza.
Nonostante le variabili in gioco siano molto numerose e spesso mutevoli nel tempo, ritengo sia comunque possibile individuare una forma organizzativa della propria attività professionale che per una lunga serie di motivi, ragionati e ben ponderati, sia “migliore” delle altre, ovvero maggiormente capace di affrontare l’attuale congiuntura negativa che affligge il dentista contemporaneo.
Ebbene la mia risposta ai colleghi sulla domanda iniziale è stata la seguente:
Invito i colleghi che volessero approfondire l’argomento a partecipare al prossimo Corso di Management per Dentisti, dal titolo “Strategia ed Organizzazione dello studio odontoiatrico”, ed. 2013, che inizierà il prossimo mese di Maggio.
Nell’ambito del corso verranno prese in esame tutte le varie forme di organizzazione dell’attività professionale, dalla più semplice (la consulenza), alla più complessa (la società di capitali). Per ciascuna di esse verranno esaminati i principali vantaggi e svantaggi. Verranno presi in esame i riferimenti normativi ed i principali limiti della legislazione corrente. Verranno infine analizzate le strategie più idonee ad affrontare la concorrenza dei gruppi economici non professionali e l’attuale situazione di precarietà economica generale.
Per tutte le informazioni visitate il sito www.corsodentistamanager.com.
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