Il Cerec è un investimento reale per il dentista o soltanto un modo nuovo e più costoso di fare quello che si è sempre fatto? E […]
Il Cerec è un investimento reale per il dentista o soltanto un modo nuovo e più costoso di fare quello che si è sempre fatto?
E se è un investimento, quanto è redditizio?
A chi è adatto e a chi invece non conviene?
Queste semplici domande interessano i nostri fornitori (che devono venderci materiali e attrezzature), almeno quanto noi (che non vogliamo sprecare risorse economiche quanto mai preziose di questi tempi). Le stesse domande ce le poniamo ogni volta che ci troviamo di fronte ad un costo straordinario: l’acquisto di un’apparecchiatura radiologica, di un nuovo riunito, una linea di sterilizzazione, ecc.
Come si comporta il dentista medio di fronte a domande di questo tipo? Alcuni esempi di comportamenti sbagliati sono questi:
Questi comportamenti sbagliati sono gli stessi che guidano i colleghi nella gestione del personale o nella scelta dei fornitori, oppure (ahimè!) anche nella determinazione delle tariffe delle prestazioni e degli sconti.
Quello che spesso manca per affrontare i problemi di gestione ordinaria e straordinaria dello studio è un “metodo”. Per ogni scelta difficile che dobbiamo affrontare esiste un metodo (razionale, collaudato e riproducibile) che consente di ottimizzare le scelte ed il rischio che queste si rivelino sbagliate a posteriori.
Questo “metodo” non viene insegnato all’università e non si legge sulle riviste di aggiornamento. Nessuno lo impara “lavorando”. Apprenderlo costa un minimo di fatica e di sacrificio e si tratta semplicemente di decidere se farlo entrare nel proprio bagaglio culturale oppure no. Si tratta di decidere se imparare a rendersi autonomi ed indipendenti in molte delle scelte pesanti che faremo nel corso della nostra vita professionale, oppure rimanere nell’incertezza o, peggio ancora, nell’immobilità decisionale.
Ebbene il caso del Cerec è, sotto questo profilo, davvero emblematico della corretta applicazione di questo “metodo”, propriamente detto “controllo di gestione”.
Il dentista che voglia rispondere correttamente alle domande che ci siamo posti all’inizio deve scomporre il problema nelle sue parti essenziali, tradurlo in termini numerici e quindi semplicemente “leggere” la risposta che ne consegue. Come si fa?
Ecco, in estrema sintesi, i passaggi fondamentali:
Uno studio dotato di “controllo di gestione” dispone in tempo reale dei dati che gli servono per effettuare questa valutazione e tutte le altre valutazioni di natura economica di impatto rilevante.
Una presentazione generale del metodo cui ho accennato qui, verrà effettuata lunedì 22 aprile 2013 presso il Centro Culturale Krugg di Milano. L’esposizione sarà in forma di Case Report personale sull’esperienza specifica del Cerec, con i dati numerici dopo il primo anno di utilizzo. L’incontro è gratuito.
Se invece desiderate imparare il “Controllo di gestione” del vostro studio potete partecipare al prossimo Corso annuale di Management per Dentisti, dal titolo “Strategia ed Organizzazione dello studio odontoiatrico”, che inizierà il prossimo mese di Maggio.
Tutti gli spunti di questo post saranno trattati in modo approfondito facendo riferimento a situazioni reali e concrete della mia attività e di quella dei colleghi con cui ho collaborato.
Per tutte le informazioni visitate il sito www.corsodentistamanager.com.
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3 Commenti
Caro Rosario, ogni evento porta con se opportunità e minacce. Anche in questo caso sono distribuite equamente per tutti gli operatori del comparto: dentisti, tecnici e fornitori. Si tratta di analizzare bene la situazione, farlo velocemente e decidere da che parte schierarsi. Faccio un esempio: se il mio odontotecnico mi avesse fornito un servizio di prototipazione rapida degli elementi protesici io non avrei sentito il bisogno di fare un investimento così importante. In quel caso avremmo colto l’opportunità in due. Nella situazione attuale invece solo io ho trasformato la minaccia potenziale in opportunità reale, prima che lo facessero i miei competitors. Poi c’è la terza situazione, nella quale l’opportunità non la coglie nessuno e la minaccia incombe su tutti. Ed è proprio per questa situazione che ho scritto l’articolo. A presto.
Credo che se la Odontoiatrica sia nata per soddisfare tutto quello che è di supporto medico clinico, l’odontotecnico per il supporto coadiuvante protesico, le aziende stanno modificando negativamente tutto quel bagaglio professionale, tecnico e morale, pur di far investire per ricavo al proprio mulino e col tempo, crearsi una diretta dipendenza a discapito del comparto Odontoiatrico odontotecnico.