Con questo ultimo articolo sul tema cercheremo di scoprire insieme con quale tecnica e quali metodi sia possible effettuare una stima di valore dello studio dentistico. […]
Con questo ultimo articolo sul tema cercheremo di scoprire insieme con quale tecnica e quali metodi sia possible effettuare una stima di valore dello studio dentistico.
Per affrontare questo argomento si presuppone che il lettore abbia già condiviso gli argomenti espressi negli articoli precedenti: Gli assets intangibili dello studio dentistico, La valutazione di uno studio dentistico, Quanto vale il mio studio dentistico?, Rilevare uno studio dentistico (gli svantaggi), Rilevare uno studio dentistico (i vantaggi)
Ora un consiglio importante: solo il tuo commercialista ha le competenze necessarie per stimare in modo corretto il valore del tuo studio. Rivolgiti a lui per intraprendere una operazione di questo tipo.
Apriamo ora il discorso con una considerazione di base:
Fatta questa premessa, una valutazione definitiva può essere ricavata dal confronto tra i diversi metodi e dal raggiungimento di una sorta di “valutazione media” tra i differenti risultati.
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I cosiddetti metodi “patrimoniali” , per esempio, sono maggiormente focalizzati sul valore dello studio dentistico di tipo economico, derivante dal suo patrimonio reale (i beni dello studio), mentre i metodi “finanziari” o “reddituali” sono orientati sulla capacità dello studio di generare flussi di cassa positivi in prospettiva futura. Inoltre nessuno dei due metodi è compiutamente in grado di fare una valutazione attendibile del capitale umano dello studio (personale, titolari, collaboratori) che pure ne rappresenta l’asset più importante, come già scritto in precedenza.
Esaminiamo i metodi e le tecniche possibili in modo analitico:
Questo metodo è descritto molto bene da Pedretti e Giordano in una pubblicazione del 2013 alla quale rimando integralmente e dove si dichiara che “La valutazione di uno studio professionale con il metodo finanziario si basa sulla capacità futura di generare flussi monetari. Il valore dello studio deriva dalla stima dell’attualizzazione dei flussi finanziari di cassa attesi dall’investimento e dell’attualizzazione del valore residuo del patrimonio non monetario. In altri termini il metodo finanziario basa i suoi criteri valutativi fondamentalmente sulla liquidità dell’investimento attualizzato ad un tasso che garantisca una adeguata remunerazione delle risorse impiegate” . Tale metodo comporta due limiti notevoli per un dentista comune: richiede competenze troppo elevate per essere svolto in autonomia e restituisce risultati estremamente soggettivi. Richiamo di seguito le considerazioni finali espresse in merito proprio dagli autori citati: “Da quanto sopra esposto appare subito evidente che i metodi in analisi si caratterizzano per un alto livello di soggettività in quanto la quantificazione dei parametri si basa su dati previsionali scelti dal valutatore. Ne consegue che il grado di arbitrarietà di scelta e di attendibilità contenuta nei vari metodi finanziari è elevata. Pertanto la sua applicazione ai fini della valutazione di uno studio professionale, per via della sua complessità e qualità dei risultati, è ridotta”.
In questo approccio la valutazione viene effettuata su una base di calcolo che non è il flusso di cassa, ma il Reddito che tale flusso è in grado di generare. Si parte quindi da un reddito attuale, depurato dalle sue componenti straordinarie e dei compensi figurativi relativi al lavoro dei professionisti titolari dello studio, per calcolare i presumibili redditi futuri dell’acquirente. Anche questo metodo ha dei limiti importanti rappresentati principalmente dal fatto che è difficile prevedere redditi costanti in uno studio dentistico, e dal fatto che la vita media di uno studio è di circa 30 anni e dunque non può presumersi illimitata nella valutazione. La difficoltà tecnica di applicazione e la soggettività rappresentano poi un limite importante come nel caso del metodo finanziario. Una formula applicabile in questo caso è la seguente:
W (valore dello studio) = R (reddito normalizzato annuale atteso) / i (tasso di attualizzazione)
E’ simile al precedente ma più completo, in quanto non tiene conto solo del reddito come base di calcolo, ma anche dell’avviamento. In sostanza il metodo consente di premiare maggiormente il venditore se è riuscito ad organizzare lo studio in modo da realizzare performance economiche superiori al normale (cosiddetto sovrareddito). Infatti dal confronto tra il reddito medio prospettico ed il reddito normale, ottenuto applicando al capitale investito un tasso corrispondente alla remunerazione attesa sul mercato, può scaturire un risultato positivo (sovrareddito) oppure, nel caso in cui si generino flussi economici inferiori ai livelli medi di mercato, un risultato negativo, ovvero un sottoreddito. In quest’ultimo caso il venditore invece di essere pemiato verrebbe penalizzato dalla valutazione finale. Tale valutazione può essere compiutamente espressa dalla formula di base:
W = K’ (valore del patrimonio netto rettificato) + (R – iK’) an_i (fattore di attualizzazione di durata limitata al tasso i).
Con ogni probabilità è il metodo più diffuso per valutare il valore dello studio dentistico, perchè facilmente comprensibile e facile da impiegare anche senza l’ausilio di un consulente esterno. Il metodo del pollice è basato sull’uso di coefficienti detti “moltiplicatori”. Un moltiplicatore è un numero utilizzato per moltiplicare “n” volte il fatturato, o anche il reddito dello studio, allo scopo di calcolare il valore di vendita dello studio stesso. Il metodo è derivato da alcuni modelli di calcolo utilizzati negli Stati Uniti dalla magistratura. Molte fonti diverse sono concordi nel ritenere che il moltiplicatore del fatturato possa essere pari ad 1, come valore minimo, nel caso in cui uno studio non abbia mai subito altri passaggi di compravendita. Assume un valore superiore e proporzionale al numero di passaggi precedenti (2, 3, ecc). Quando la base di calcolo, invece del fatturato, è rappresentata dal reddito (o più precisamente dall’EBIT) allora il moltiplicatore può assumere anche valori superiori, anche fino a 10 e oltre. Questo metodo, come gli altri, è facilmente contestabile, ma ha l’indubbio vantaggio di essere estremamente semplice da usare.
Già il nome del metodo anticipa il concetto di base in esso contenuto, ovvero che la stima di valore dello studio dentistico debba tenere conto anche di fattori extra contabili e non numerici che sono tipici della natura professionale dell’opera odontoiatrica. Questo metodo, in particolare, introduce per primo l’utilizzo di coefficienti in grado di stimare il rischio “clienti” ed il rischio “professionista” in capo alla transazione. In sostanza si tende a premiare economicamente il valore del rapporto umano instaurato nello studio tra le persone che vi prendono parte (dentisti, pazienti, collaboratori). In letteratura è stata anche proposta una formula piuttosto semplice per l’applicazione del metodo che si risolve nel modo seguente:
W = [PN + (EBIT x T x RP x RC)] x Q
dove:
Comunque si voglia affrontare l’argomento è bene sapere che il calcolo del valore di uno studio dentistico è un processo difficile e controverso. Ogni tentativo di addivenire ad un risultato condiviso non può prescindere dalle componenti soggettive intrinseche nell’oggetto particolare della compravendita. I metodi proposti hanno solo uno scopo orientativo e massimizzano il loro valore alla presenza di un consulente contabile-finanziario e quando le basi di un accordo sono già stabilite in termini di opportunità reciproca tra le parti in causa.
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