È in arrivo un’importante revisione delle modalità con cui verranno fatti i calcoli delle imposte da pagare sui redditi. Per la prima volta sarà possibile concordare preventivamente con l’agenzia delle entrate il reddito e le relative imposte. Anche se le modalità del concordato preventivo, non sono ancora state definite in modo dettagliato questo è un cambiamento epocale nel rapporto tra il contribuente e il fisco
“La proposta di concordato preventivo mira a stabilire un accordo in cui l’Agenzia delle Entrate suggerisce un livello di reddito specifico da dichiarare al contribuente. Accettando questa proposta, il contribuente si impegna a versare le relative tasse per i successivi due anni, beneficiando principalmente di una minore probabilità di essere sottoposto a controlli fiscali. Il Parlamento ha suggerito due aggiustamenti significativi: estendere l’eligibilità al concordato preventivo anche ai contribuenti con un punteggio Isa al di sotto di 8, diversamente dal minimo inizialmente fissato, e obbligare l’Agenzia a non avanzare proposte di reddito superiori al 110% di quello precedentemente dichiarato dal contribuente.
Nonostante le preoccupazioni, sembra che queste modifiche non siano state implementate, anche se il testo finale del decreto legislativo rimane ancora da vedere. Il governo ha espresso l’intenzione di ampliare il numero di contribuenti ammissibili al concordato, senza però accettare il limite alla proposta di adeguamento fiscale massima da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’efficacia di tale misura sarà quindi determinata dalla proposta effettiva dell’Agenzia e dalla reazione dei contribuenti a questa iniziativa.”
L’articolo 10 del recente decreto stabilisce chiaramente che la nuova misura di compliance sarà applicata a quei contribuenti, sia imprese che professionisti, per i quali sono validi gli Indicatori di Affidabilità Fiscale (ISA). Di conseguenza, sono esclusi da tale misura i contribuenti di più ampie dimensioni, con ricavi o compensi che superano la soglia di 5.164.569 euro. La novità significativa è che l’accesso a questo strumento non si limita più esclusivamente ai contribuenti che vantano un punteggio ISA di almeno 8, eliminando così un criterio precedentemente previsto nello schema di decreto delegato. Ciò significa che anche coloro con un punteggio ISA inferiore, o addirittura insufficiente, possono avvalersi di questa facilitazione, come chiarito nella relazione illustrativa del provvedimento.
Per essere eleggibili al concordato biennale, i contribuenti devono essere in regola con i pagamenti verso l’Erario per l’anno fiscale precedente, senza debiti per tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate, inclusi interessi e sanzioni, per un importo pari o superiore a 5.000 euro. Questo requisito si estende anche ai debiti connessi a contributi previdenziali definitivamente stabiliti, sia tramite sentenza irrevocabile sia con atti di imposizione non più contestabili.
La seconda osservazione delle Commissioni Finanze, che suggeriva di mantenere la proposta di concordato entro un massimo del 10% del reddito dell’anno precedente, non è stata accolta. Le motivazioni di questa scelta emergono sia dal testo aggiornato del decreto sia dalla relazione illustrativa, sottolineando che un limite percentuale fisso avrebbe potuto non tenere conto adeguatamente della reale capacità contributiva del contribuente.
L’articolo 9 del decreto enfatizza che la proposta di concordato formulata dall’Agenzia delle Entrate deve riflettere i dati forniti dal contribuente, rispettando al contempo la sua effettiva capacità di pagamento. Stabilire un tetto percentuale fisso al reddito concordato avrebbe ignorato questa fondamentale considerazione della capacità contributiva individuale.”
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