Se l’Igienista dentale possa aprire uno studio proprio oppure no è una domanda cui è difficile dare una risposta univoca. O meglio: dipende dal momento in […]
Se l’Igienista dentale possa aprire uno studio proprio oppure no è una domanda cui è difficile dare una risposta univoca. O meglio: dipende dal momento in cui si pone la domanda, per alcuni periodi la risposta è sì, per altri no.
In attesa di un provvedimento ad hoc del legislatore, non resta che registrare i continui ribaltoni che avvengono ora in un palazzo (per esempio il Tribulane), ora nell’altro (per esempio il Consiglio di Stato).
Nel mezzo, come sempre, ci sono i sindacati, gli ordini professionali, le Asl o Ats, i Nas e i mille dubbi delle persone normali.
In una svolta normativa recente, precisamente con un Decreto del Presidente della Repubblica datato 19 febbraio 2024, è stata resa nota la decisione numero 1237/2023 del Consiglio di Stato che, appena pochi mesi dopo, smentisce il pronunciamento del Tribunale di Messina.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla facoltà per gli igienisti dentali di aprire studi privati, operando indipendentemente dalla supervisione diretta di un odontoiatra.
Questo tema ha tratto spunto da una richiesta di autorizzazione per l’apertura di uno studio indipendente da parte di un igienista dentale. Durante un controllo preliminare, l’ente preposto al rilascio delle autorizzazioni sanitarie nella regione Friuli centrale ha constatato che l’attività proposta non richiedeva un’autorizzazione formale, ma solo una semplice comunicazione alle autorità competenti.
Contrariamente a questa interpretazione, varie associazioni professionali nel campo dell’odontoiatria, comprese le commissioni albo odontoiatri di diverse province del Friuli-Venezia Giulia e l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) della regione, hanno contestato questa decisione, sollevando dubbi sulla legalità e sull’efficacia dell’operare autonomo degli igienisti dentali senza la presenza di un odontoiatra. Hanno quindi portato la questione davanti al Presidente della Repubblica, invocando una revisione.
La questione al centro del dibattito ruota intorno all’importanza della collaborazione (subordinazione?) tra igienista dentale e odontoiatra, una sinergia storicamente ritenuta indispensabile per garantire la qualità e la sicurezza delle cure. Il Consiglio di Stato, rifacendosi a precedenti giudiziari simili, ha ribadito che, nonostante gli igienisti dentali abbiano acquisito maggiore autonomia nel corso degli anni, la loro attività deve ancora svolgersi in un contesto di collaborazione con gli odontoiatri, specialmente per garantire una risposta efficace ad eventuali complicazioni.
Il pronunciamento riafferma quindi una visione che privilegia la cooperazione interprofessionale, sottolineando al contempo la possibilità per il legislatore di aggiornare i percorsi formativi per gli igienisti dentali. Questo apre una porta a future revisioni normative che potrebbero ulteriormente definire i contorni della professione e della sua autonomia, segnalando una potenziale area di evoluzione per il settore.
Da parte nostra auspichiamo senz’altro una revisione definitiva dell’impianto normativo per considerare l’opportunità di promuovere cambiamenti normativi che riflettano l’evoluzione della professione e le esigenze di salute pubblica meglio di quanto non sia stato fatto fino ad ora.
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