L’ortodonzia propone da anni soluzioni alternative ai brackets tradizionali (ovvero quelli che prevedono la legatura dell’arco all’interno dello slot), sia sul versante vestibolare che su quello […]
L’ortodonzia propone da anni soluzioni alternative ai brackets tradizionali (ovvero quelli che prevedono la legatura dell’arco all’interno dello slot), sia sul versante vestibolare che su quello linguale.
Quali che siano i benefici clinici di queste nuove apparecchiature (veri o presunti), l’impatto economico sull’attività ortodontica è significativamente diverso se si utilizzano apparecchiature autoleganti oppure no.
Un professionista accorto dovrà dunque considerare anche l’aspetto economico prima di fare una scelta, poiché essa avrà delle ricadute nei confronti sia del paziente (in termini di preventivo) sia dello studio (in termini di redditività della prestazione singola e, per estensione, di tutta l’area ortodontica).
Si tratta di fare una valutazione economica sull’opportunità di adottare una nuova metodica in toto, integrarla alla precedente su una parte dei casi, oppure non adottarla per niente, a prescindere dalle motivazioni cliniche e dalle preferenze soggettive sulla tecnica, che esulano dal nostro interesse.
L’esperienza diretta ci ha dimostrato che gli elementi critici utili all’analisi economica del problema sono i seguenti:
Sono, invece, da considerarsi quasi irrilevanti i seguenti elementi:
L’analisi economica retrospettiva condotta su oltre 300 casi selezionati in un arco temporale di 4 anni in studi in cui erano disponibili dati numerici precisi, ha portato alle seguenti conclusioni dopo l’introduzione degli autoleganti nella pratica clinica:
Naturalmente questi risultati sono specifici per un certo tipo di studio, con una struttura costi ben determinata e quindi non devono essere considerati universali. Chiunque dovrebbe disporre di un controllo di gestione interno in grado di restituire informazioni sensibili al proprio contesto specifico.
Se desiderate imparare ad applicare i principi del controllo di gestione al vostro studio, partecipate al prossimo corso di Management per Dentisti, dal titolo “Strategia ed organizzazione dello Studio Dentistico”, che si terrà a Milano dal prossimo mese di maggio.
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3 Commenti
non sono d’accordo ,caro Roberto x quanto riguarda il consumo degli archi.Gli autoleganti permettono ( per loro caratteristica ) un utilizzo dell’arco per piu’ tempo proprio perche’ la loro memoria viene totalmente esaurita facendo esprimere le caratteristiche specifiche dei fili con le loro sezioni in maniera totale e con forze graduali sino al filo x il controllo del torque.Hai mai provato gli Empower di American orthodontics/Micerium? Paolo Toffanelli
Caro Roberto, hai perfettamente ragione.
Quello che tu dici è anche il motivo principale per cui il mio lavoro non è stato pubblicato sulle riviste scientifiche. Non lo hanno accettato ed hanno fatto bene. Infatti quello che io descrivo è “la mia realtà” e non può essere assolutamente portata a modello.
Probabilmente ero un Tweediano molto lento a modellare i fili prima. Oppure ero troppo ortodosso nelle procedure. O forse oggi sono un po’ troppo disinvolto con gli autoleganti. O forse sono solo migliorato nel tempo.
Rimane il fatto che “nel mio studio” e “nelle mie mani” le due apparecchiature hanno comportato dinamiche di lavoro (e di guadagno) decisamente diverse. A me non interessa nulla della questione ortodontica (non in questa sede): ho usato questo esempio solo per mostrare ai colleghi come un attento controllo di gestione nello studio ti consente di fare valutazioni che altrimenti non potresti fare.
Spero ti basti la mia rassicurazione che non ho alcun contratto con nessuna azienda che produce brackets. Aggiungo quindi, quanto all’ingaggio degli archi, che dipende molto da quali autoleganti usi, ma questo è un altro discorso e ci porterebbe su questioni cliniche o merceologiche che non voglio assolutamente affrontare in questa sede.
A presto.
Lele
In letteratura ci sono numerosi lavori con risultati molto contrastanti che analizzano trattamenti con autoleganti vs attacchi tradizionali.Personalmente li trovo molto utili in certi casi,meno in altri.Non concordo,però,sul fatto che con gli autoleganti si possa aumentare così tanto l’intervallo tra gli appuntamenti,nel mio studio non c’è una differenza rilevante.Spesso con gli autoleganti ho una finizione del caso che è più lunga perchè,con il bandaggio diretto,non riesco a posizionarli con la stessa precisione dei brk tradizionali.Con gli autoleganti,inoltre,utilizzo un numero maggiore di archi,altrimenti ho maggiori problemi di ingaggio nello slot e di distacco dei brk