Una di quelle sentenze che bisogna archiviare e conservare. La Ctp Reggio Emilia con la sentenza n. 133/2021 si esprime in modo difforme e contrario rispetto […]
Una di quelle sentenze che bisogna archiviare e conservare.
La Ctp Reggio Emilia con la sentenza n. 133/2021 si esprime in modo difforme e contrario rispetto alla Suprema Corte e questo è il primo ed unico pronunciamento a nostro favore su questo tema.
L’utile di esercizio e il reddito complessivo societario sono due concetti diversi derivando il secondo dal primo dopo la variazioni in aumento ed in diminuzione previste ai fini fiscali. Ne consegue che può essere accertato un maggior reddito che non equivalga, legittimamente, ad un maggior utile (costi non inerenti, non di competenza, ecc.). Ma in tutti questi casi l’utile dell’esercizio non muta e, poiché può essere distribuito ai soci, solo il maggior utile prodotto “in nero“ ma non il maggior reddito, la presunzione di distribuzione può reggersi solo nel caso di accertamento di ricavi “in nero” o costi fittizi cui possa conseguire, il “ritorno“ di utilità ai soci.
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