Impara a calcolare il punto di pareggio del tuo studio dentistico.
Impara a calcolare il punto di pareggio del tuo studio dentistico.
Perché parlare di Punto di Pareggio tra dentisti? Di cosa si tratta?
Forse non tutti i dentisti lo sanno, ma se consideriamo un intero esercizio (tipicamente da gennaio a dicembre) dovrebbe esistere un momento nell’anno in cui possiamo dire che abbiamo coperto tutti i costi dello studio. Questo significherebbe che da quel giorno in avanti ogni prestazione effettuata (e incassata) dovrebbe produrre un reddito, ovvero un po’ di “ricchezza” anche per noi e le nostre famiglie.
Per alcuni rari studi questo momento critico avviene presto (primo semestre), ma per la maggior parte degli studi esso si colloca molto tardi, ovvero in prossimità della scadenza dell’anno.
Se immaginiamo la nostra attività come una linea retta suddivisa in dodicesimi (le mensilità) oppure in 52esimi (le settimane), quello che è veramente importante è che il punto di pareggio (molto noto anche con la dizione inglese di Break Even Point) si posizioni prima del 31 dicembre. In questo caso, naturalmente, non ci sarebbe più tempo per generare reddito, ma almeno avremo chiuso l’esercizio senza perdite, ovvero senza debiti da riportare all’anno successivo sommandoli a quelli di competenza.
Quando il Break Even Point si posiziona oltre il 31 dicembre significa due cose:
In particolari circostanze è possibile riportare il debito all’anno successivo, aumentandone sostanzialmente i costi e spostando il Break Even Point dell’anno successivo ancora più in avanti a parità di produzione.
Il Break Even Point è definito infatti come “valore che indica la quantità di prodotto venduto necessaria per coprire i costi sostenuti, al fine di chiudere il periodo di riferimento senza profitti né perdite”. Cosa significa questo?
Significa che ciascuno di noi può calcolare un valore numerico che ci indica quante prestazioni dobbiamo eseguire in un anno per poter pagare tutti i costi (fissi e variabili) di produzione dello studio. Ora, supponiamo a titolo di esempio che questo numero sia 2.000. Se noi programmiamo di effettuare 2.000 prestazioni entro il 30 di giugno dell’anno in corso, significa che la prestazione numero 2.001 comincia a produrre reddito o ricchezza per noi. Si può anche dire che la nostra attività diventa redditizia a partire dal primo di luglio. Questo significa che i primi sei mesi della nostra attività lavoriamo solo per ripagare i costi dello studio e dopo cominciamo a lavorare per noi e per il nostro socio (lo Stato, che si prenderà fino al 43% di ciò che ci avanza).
Il grande valore del Break Even Point è rappresentato dunque dalla possibilità che ci offre di pianificare il futuro e di prevedere quale sarà il risultato reale della nostra attività. Tutto ciò indipendentemente da ciò che ci dice il nostro commercialista, il quale elabora bilanci di natura fiscale e civilistica che sono molto diversi dalla situazione “reale” del nostro studio. Sarà successo a molti di noi di poter esibire bilanci in attivo ma al contempo non disporre di liquidità da reinvestire nello studio o da destinare alla nostra famiglia. Questo fenomeno è perfettamente normale e segna la differenza tra le attività formali dei nostri commercialisti e la realtà sostanziale dei nostri studi, che solo noi possiamo e dobbiamo conoscere.
La pianificazione prevede che confrontiamo i dati dello storico della nostra attività con il valore del Break Even Point per capire se l’obiettivo è tecnicamente possibile ed in quanto tempo, oppure se è obiettivamente irrealizzabile. In quest’ultimo caso sapremo che dovremo intervenire sulla razionalizzazione dei costi oppure sull’aumento della produzione, a seconda di ciò che è possibile fare.
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